UNA DELLE TANTE VOCI DEL DISSENSO

DI SALVATORE GRANATA

 

Una signora di Milano è arrivata in piazza Duomo per i funerali di Berlusconi con la maglia con la scritta “Io non sono in lutto” (simili rimostranze si sono verificate anche a Roma alla Camera, in alcuni consigli comunali e regionali e perfino in teatro dove metà pubblico non si è alzato per onorare il defunto).
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“Perché? – ha spiegato Silvia – c’è talmente tanto da dire… sappiamo tutti cosa c’è stato dietro a lui e come ha fatto le sue prime fortune. È un pregiudicato. Per questo ho deciso che ho sentito troppe cose che non erano vere. L’ho fatto per i miei figli. Hanno deciso per il funerale di Stato e per il lutto nazionale, non riservati a chi ha dato la vita per la legalità… La santificazione di questi giorni è falsa, una forzatura alla realtà delle cose. Per questo ho deciso di partecipare nell’unico modo in cui posso esprimermi, in modo pacifico e silenzioso”.
Ovviamente ci sono stati attimi di tensione con i presenti che hanno accerchiato la signora chiedendole di andare a casa: “Dobbiamo finirla con queste divisione” ha urlato un signore.
“Abbia rispetto almeno per la morte e per la famiglia, vada via” ha aggiunto un’altra signora. “Adesso basta – ha concluso un’altra persona – sono 30 anni che gettate odio. Buffona, cerchi solo visibilità”.
Oggi voglio essere “più buffone del solito” e dare visibilità alla signora e mamma Silvia, rea di aver espresso pubblicamente un’opinione legittima, veritiera e di tantissimi italiani, senza importunare nessuno.
Tutta la mia stima.
Chapeau.