I CONTI CON LA STORIA

DI BARBARA LEZZI

BARBARA LEZZI

 

La mia storia parla per me, ho sempre avversato Berlusconi, non ho mai votato favorevolmente ad un governo in cui ci fosse anche lui né tantomeno ho approvato riforme della giustizia scritte dai suoi avvocati stile legge Cartabia. Ho pagato per questo e ripagherei, mai ho ravvisato in me il minimo pentimento.
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Ci tengo molto alla premessa che non vuole essere una giustificazione ma mi è indispensabile per cercare di fare comprendere a chi mi legge che non posso non provare un forte senso di inadeguatezza nel fare parte di questo Paese che è disposto a confondere la naturale pietà per un essere umano che muore (la provo anch’io) con gli onori di Stato, un Paese che mette a disposizione Istituzioni e servizio pubblico dell’informazione per la glorificazione senza avere il coraggio di fare i conti con la sua storia, non è un Paese pronto a svelare tutto, a fare autocritica, a migliorarsi.
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E no, non si può dare la responsabilità di tutto questo solo a Berlusconi, c’è un ampio coinvolgimento di tutti coloro che tollerano, che dimenticano o che preferiscono fingere di non sapere e di non capire.
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Ma chi non è tra questi, non può permettersi né scoraggiamento né rassegnazione.