Il Napoli potrà davvero ripartire con Conte?

DI ANNA CALI’ e ENZO PALIOTTI

 

Si spengono le luci del Maradona. Cala il sipario su questo campionato. I giochi sono finiti, nei peggiori dei modi. Ora per mesi lo stadio vivrà nel silenzi tombale, riscaldato e rianimato soltanto grazie agli eventi musicali che, almeno loro cercheranno di allietare la popolazione.

Dalle stelle alle stalle nel giro di pochissimi mesi, neanche il tempo di godere appieno del tricolore che subito abbiamo dovuto pensare a riprendere ago e forbici per iniziare a scucire punto dopo punto. Ripetersi sarebbe stato impossibile, ma almeno ci si doveva provare. Dovevano provare ancora a dettare legge perché in fin dei conti loro erano i Campioni D’Italia e, invece, ancora una volta si è dimostrato di come soltanto i tifosi continuano a vincere e continueranno a vincere loro. Tifosi che hanno investito il loro danaro e il loro tempo, seguendoli in casa e non. Per avere come risultato, cosa? Niente. Questo è quello che i giocatori del Napoli hanno deciso di riservare a chi sugli spalti è sempre stato presente, in silenzio per buona parte delle partite, ma presente. Neanche un saluto, neanche un applauso, neanche un segno di pentimento, neanche una lacrima pronta a solcare il loro viso. Nulla. Hanno preferito dileguarsi come quando un bambino viene scoperto dalla propria madre intento a mangiare nel barattolo della Nutella (ndr) e con il viso sporco e le mani piene di cioccolato nega e scappa. Così hanno fatto loro; sono scappati negli spogliatoi. Uomini e, poi professionisti, che non hanno saputo onorare quella maglia che dall’anno prossimo ritornerà ad avere un unico colore, senza più quel vessillo tanto sognato e sperato. Sono riusciti a distruggere e a sbagliare tutto ciò che era possibile sbagliare, persino ieri, contro il Lecce. Un solo gol, una vittoria che avrebbe perso a tutti di sognare la Conference League e, invece, l’ennesima dimostrazione di anaffettività. Poiché però altri “colpevoli” di questa annata disgraziata hanno goduto di “attenuanti” rispetto ai calciatori, a volte auto-attribuendosele, ci sembra giusto concederen almeno due:

1. Sono loro i protagonisti di quella cavalcata vincente dell’anno scorso e così come non ci dovevamo illudere per bissare l’annata (parole di ADL ) allo stesso tempo si doveva considerare che il cambio della guida avrebbe causato qualche problema, per usare un eufemismo.  2. Cambiare tre allenatori, nel giro di pochi mesi poi, tutti e tre con idee di calcio differenti tra loro, con metodi di allenamento fisico e tecnico-tattico hanno di certo potuto creare, dopo due anni di metodo Spalletti, disagio e confusione che ha portato poi a non capirci più niente. Escluderei la volontarietà perché i primi a perdere sarebbero stati, come sarà di certo, proprio i calciatori che avrebbero visto il loro valore precipitare rispetto all’annata precedente, e lo potremo verificare nel prossimo immediato mercato estivo, quando dovranno accettare anche condizioni sfavorevoli e destinazioni sgradite.

Un campionato quindi che non merita minimamente di essere ricordato, almeno che, non vogliono i tifosi continuare a farsi male. Ora c’è da chiedersi cosa effettivamente cambierà e come, cosa più importante. Le voci di mercato danno per certo Antonio Conte a timone della prossima stagione, con uno staff tecnico degno di nota. I dubbi sono tanti. Molta euforia ed entusiasmo dettata più dal “nome” o effettivamente si spera che Conte possa risollevare gli umori della piazza? Non dimentichiamoci che cosa accadde con Ancellotti e di come venne subito classificato un “perdente”, ma i fatti ci dimostrano tutt’altro. Si spera che non la venuta di Conte, il Presidente per un volta riuscirà a farsi da parte e proverà per una volta a fare l’imprenditore senza più intromettersi in questioni che non gli spettano. Inoltre, si spera anche che possa finalmente acquistare dei giocatori forti e possa rinforzare una volta e per tutte quei reparti che quest’anno non hanno fatto altro che perdere acqua da tutte le parti. Non si sa ancora cosa cambierà e quando. Non sappiamo effettivamente quali saranno gli obiettivi futuri ma c’è di fatto che bisogna agire subito prima che sia troppo tardi e, soprattutto che l’esclusione dalle competenze Europee e la coppa Italia che si giocherà ad agosto possa scuotere l’animo da imprenditore di De Laurentiis.

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Anna Calì e Enzo Paliotti