IPOCRISIA DOLOSA…

DI ENZO PALIOTTI

 

 

Non sono un giornalista di professione, la mia professione fu altra quando “producevo” (per parafrasare un certo Foti che mi considera ora che sono pensionato un peso).

Seguo una passione giovanile e mi ispiro a chi per la verità ha sacrificato tutto, anche il bene più grande. Per questo cerco di gestire un piccolo quotidiano di informazione seguendo il principio fondamentale che è proprio la verità. Per fare questo cerco di raccogliere notizie che il mainstream a volte nasconde per compiacere il potere, verificando la veridicità delle notizie in primis, le fonti alle quali attingo notizie e fatti corredandole con immagini anch’esse verificate.

Ieri mi è accaduto che una di queste immagini è stata censurata, non c’è altro termine da usare, perché mostrava la sofferenza di chi aveva subito una perdita grave, un padre che stringeva al petto il corpo del figlioletto ucciso dalle bombe in uno dei tanti attacchi a Gaza. Ora quell’immagine è stata cancellata insieme all’articolo, premiando di fatto la causa e non l’effetto, ergo chi aveva provocato quel delitto è stato protetto invece che la vittima. Ora pur dovendo sottostare a quelle regole, credo sia giusto metterle in discussione perché è solo con la verità che si descrive un fatto, un fatto che determina il limite tra bene e male, oltre al fatto che non è di certo così che si fa la storia da tramandare ai posteri. La storia vive di testimoni, di immagini filmate e fotografate. Pensate se la Shoah non avesse avuto il supporto di questi mezzi quanti “negazionisti” avrebbero avuto ragione di negare che tutto quel male fosse realmente stato fatto.

Il fatto è che stiamo regredendo invece di migliorare, in questo modo scaviamo un gap tra lo sviluppo tecnologico e quello civile, che dovrebbero invece procedere di pari passo. Julian Assange ne è testimone e vittima allo stesso tempo. Testimone perché ha utilizzato la tecnologia per consegnarci la verità, vittima perché quei poteri di cui parlavo gli stanno facendo pagare una verità che deve essere invece nascosta, anzi manipolata.

Io, e tanti come me, voglio invece sapere, voglio vedere per capire dove sta il male. La censura è una delle armi principali di chi vuole prevalere sugli altri per apparire come la parte migliore, per indirizzare la gente verso una verità fasulla che serve solo per la loro sopravvivenza.

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Enzo Paliotti