DI ENZO PALIOTTI
Quanto “buon senso” e quanto rispetto della costituzione, quella ungherese ovvio, da parte del nostro premier nel commentare la situazione di Ilaria Salis.
La premier esordisce con: “Una eventuale detenzione in Italia va discussa quando sapremo come va il processo”, aggiungendo poi: “Anche in Ungheria c’è autonomia dei giudici, questo non è oggetto di quello di cui posso parlare oggi con il primo ministro ungherese”. “Quello di cui ho parlato con Orbán, (nella riunione dei leader europei tenutasi ieri a Bruxelles n.d.r.) come faccio per tutti gli italiani detenuti all’estero, è garantire che venga riservato un trattamento di dignità, (se si può definire dignitoso condurre in aula un imputato nelle condizioni in cui hanno condotto la Salis) di rispetto, un giusto processo e mi permetto di dire anche un veloce processo”. Chiudendo poi con un tombale: “NÉ IO NÉ ORBÁN POSSIAMO ENTRARE NEL MERITO DEL GIUDIZIO”.
Ergo assoluzione per il “democraticissimo” Orban, lasciando poi praticamente Ilaria Salis al suo destino.
Un comportamento pilatesco ma anche ipocrita visto che uno degli obiettivi della destra, lotta iniziata da Berlusconi, è proprio quello di smontare la magistratura e la sua indipendenza, quella italiana ovvio. In linea con il suo ministro di Grazia e Giustizia Nordio che ha tenuto a definire la magistratura “sovrana”, però quella ungherese.
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