DA REDAZIONE
Dalla redazione di REMOCONTRO –
Triste il cuore. Di impotenza. Di incredulità. L’inaudito è divenuto quotidiano. Noi disertori delle bandiere, disertori delle divise di qualunque colore, noi disarmati fino ai denti osserviamo – e siamo in tanti – l’armarsi fragile di ogni posizione. Vorremmo medaglie appuntate sul petto solo per il valore di fronte all’amico.
Picasso la guerra e la pace a Vallauris
Ma il mondo brutale si è ripreso la guerra come fine, e guerreggiando i soldati ammazzano gli inermi. Il nemico è invisibile, ma le vittime che restano nel loro sangue a rantolare non dovrebbero esserlo. Eppure lo sono; sui media tendono a svanire, nell’intricato gioco politico strategico di ciò che si può vedere e ciò che non si deve vedere, di ciò che si deve narrare e di ciò che è meglio tacere.
La convenienza al posto della memoria e della coscienza.
Mi incammino. La strada ondeggia tra colline gialle di acetoselle, eucalipti sui bordi austeri. Questa terra madre è magica, scolpita dal vento e da lontananze necessarie. Mi perdo cercando di capire la differenza tra zinnibiri e ginepro fenicio, seduto sotto un albero nudo, sui rami soltanto invernali frutti dorati a grappoli. Somigliano a grani del rosario e così si chiama, albero del rosario. Della preghiera che sgraniamo smarriti nell’inaudito quotidiano, cercando segni nelle piccole cose. Cercando un respiro più lungo di questa mitragliata di fatti che ci fanno sanguinare il cuore. Per non perdere, e non la perderemo, la nostra umanità.
“Mi guardo intorno e vedo che siamo in tanti a provare questa sofferenza. In tanti, tantissimi, a non cedere alla convenienza, ad avere l’umanità a cuore, a conservare memoria. Più di quello che nel gioco dei media e della rappresentanza democratica si può immaginare. Siamo in cammino. La memoria è in cammino”.
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Di Antonio Cipriani, dalla redazione di
14 Gennaio 2024