CONTRO LA SCHIAVITU’

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Gonfiano il petto i generali hollywoodiani e quelli orfani della regina “Betty”, per aver colpito in YEMEN “60 siti militari Houti” ed inviato, secondo loro, un chiaro messaggio al’IRAN.
A Teheran stanno ancora ridendo.
Sessanta non sono un po’ troppi per un paese desertico come quello?
E poi i petti si sono irrimediabilmente sgonfiati apprendendo che gli Houti non si sono affatto spaventati, intendono continuare il blocco e hanno minacciato ritorsioni contro la flottiglia occidentale che protegge le navi dirette in Israele.
Il bum bum americano, é stato guidato da Lloyd Austin dal suo letto d’ospedale.
Sì, ha premuto il grilletto del portatile mentre sporcava la padella.
Un regime decrepito guidato da un presidente affetto da demenza senile e un segretario di stato debilitato, che lancia attacchi illegali dalle case di cura e dai letti d’ospedale contro la nazione più povera della terra, praticamente lo stesso giorno in cui il loro stretto alleato, Israele, affronta accuse di genocidio e crimini contro l’umanità.
E’ uno spettacolo desolante, messo in piedi dai signorotti del Far West, desiderosi di mettersi in mostra dopo la sconcertante guerra in Ucraina al fianco dei fascisti di Kiev.
L’Impero delle Bugie cerca di allargare il conflitto, ignaro delle conseguenze di questi atti ostili contro un Popolo sovrano come é lo YEMEN.
Particolare che tutti sembrano aver dimenticato.
Per loro, gli Houti, é stato coniato il termine “ribelli” visto che “terroristi” é già stato usato per Hamas.
Non vale nemmeno la pena che io perda cinque minuti per spiegare chi sono gli Houti.
Sta di fatto che questa guerra é in mano ad un arteriosclerotico, ad un lungodegente, ad un folle israeliano e ad un immigrato che spedisce i suoi pari su di una nave alla deriva nella Manica.
Secondo me dovremmo incominciare a preoccuparci.
Cento giorni fa iniziava la guerra contro la schiavitù, erroneamente data per scomparsa nel 1865.
I Palestinesi, stanchi delle catene israeliane, hanno iniziato un conflitto di Liberazione, giudicato dai servi occidentali come “atto terroristico”.
La risposta dei “nazisti” israeliani é stata, ed é, catastrofica perché, in disprezzo di tutte le Convenzioni, hanno proceduto ad un vero e proprio massacro dei civili, bombardando ogni segno di vita.
Ma nonostante le immense perdite di vite umane, la Palestina continua ad esistere ed il criminale disegno israeliano di farla scomparire, non si é realizzato.
Anzi, oggi dopo cento giorni, il “boia” di Tel Aviv deve incominciare a fare i conti.
Non solo con un’opposizione interna sempre più pressante, ma anche e soprattutto con le minacce reali di un intervento armato di altri Paesi.
Oltre allo YEMEN, uno sguardo va dato al LIBANO e all’IRAN.
Sono fronti di guerra caldi che potrebbero esplodere in un attimo e le cui conseguenze, per lo stato fantoccio israeliano, divenire devastanti.
Nonostante Hollywood.