IPER TECNOLOGIA CINESE PER FABBRICARE ARMI SOFISTICATE AI TEMPI RECORD IN RUSSIA

DI PIERO ORTECA

REDAZIONE

 

Dalla redazione di REMOCONTRO –

Escalation missilistico Russia-Ucraina: «dal 29 dicembre ad oggi la Russia ha lanciato circa 300 missili e oltre 200 droni ‘Shahed’ contro l’Ucraina», denuncia Zelensky. Armi sempre più sofisticate a proseguire una guerra impantanata su tanti fronti.

«Strumenti di controllo numerico computerizzato» cinesi per fabbricare armi affidabili in tempi record in Russia, rivela il Financial Times. Per Putin, la possibilità di tenere in piedi la sua gigantesca macchina da guerra, che brucia risorse di ogni tipo a ritmi infernali. Altro risvolto negativo e sottaciuto dell’effetto sanzioni occidentali. Ma non tutto fila liscio. Affidabilità e compatibilità tra diverse tecnologie

Financial Times

La scoperta del quotidiano finanziario britannico che, dall’invasione dell’Ucraina, l’import di strumenti di controllo numerico tra Pechino e Mosca è aumentato di almeno 10 volte. Si chiudevano i vecchi mercati, da Taiwan alla Corea del Sud, dal Giappone alla stessa Europa, e Pechino suppliva a suo vantaggio. Il FT che resta britannico e quindi occidentalmente schierato avanza qualche sospetto sulla qualità delle macchine cinesi per il ‘controllo di qualità’. Vero o no, di necessità virtù.

Le sofisticate “armi avanzate”

Critiche sulla qualità cinese a parte, il problema chiave da risolvere sembra quello come la cospicua massa di strumenti cibernetici importati dalla Cina, riuscirà a essere integrata in un processo produttivo altamente sofisticato, come quello richiesto da certe armi avanzate. Il Financial Times cita come esempio, la realizzazione dei droni-kamikaze ‘Lancet’, che hanno inflitto danni notevoli alle forze ucraine. Sono realizzati da Aeroscan, la cui componentistica è fornita da un’impresa russa che importa macchine utensili informatizzate proprio dalla Cina.

Assemblaggio di “sistemi diversi”

Il problema-chiave è l’adeguamento nel processo produttivo di nuove macchine, che funzionano in maniera diversa da quelle occidentali precedenti. Per il settimanale britannico l’interlocutore chiave sul problema è ucraino. Secondo Olena Yurchenko, del Consiglio di sicurezza economica dell’Ucraina, «è quasi impossibile utilizzare questo tipo di macchine cinesi in uno stabilimento che ha basato i suoi processi di produzione su uno strumento con specifiche diverse». E gli esperti occidentali presenti a Kiev ritengono che i russi non abbiano ancora pienamente utilizzato le macchine cinesi importate, proprio per la necessità di avviare un periodo di rodaggio.

Spionaggio industriale militare

Nel reportage anche spunti spionistici dove vengono citate «foto disponibili di aziende russe in funzione», che mostrano l’utilizzo di sistemi di controllo numerico computerizzato occidentali. Che continuano ad arrivare a Mosca. Stati Uniti e blocco occidentale sembra abbiamo finalmente compreso che sigillare completamente il mercato, è praticamente impossibile. Allora, la strategia adottata è quella di farle alzare i costi dell’approvvigionamento, sperando di dissanguarla progressivamente, almeno da un punto di vista finanziario.

“Così, uno studio della Banca di Finlandia dimostra che mentre i prezzi dell’import cinese, per gli altri Paesi, sono aumentati mediamente del 12%, nel caso di Mosca il salasso è stato ben più pesante, arrivando al 78%. Insomma, cari alleati si, ma soprattutto ‘alleati cari’.”

 

Articolo di Piero Orteca, dalla redazione di

3 Gennaio 2024