ITALIA NEL BARATRO MINIMIZZATO DAL GOVERNO

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Matteo Renzi, leader politico detestatissimo- non per caso eh- ha definito ironicamente Giorgia Meloni “Influencer più importante d’Italia, Ferragni scansate”.
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Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e capelli biondi
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Devo ammettere che ha ragione ma attenzione, adesso qualcuno mi dirà che sono diventato renziano che è peggio di piddino, o è lo stesso? Non lo so ma dato che non sono nell’uno e nell’altro e al contrario della Bertè sono solo una signora, ditemi che sono una signora.
Non come la premier che si fa chiamare signore, aggiungerei dei lamenti. La Candy Candy sfascista vorrebbe che il suo privato, dopo due libri in cui ce lo mostra al microscopio, restasse confinato entro le mura delle sue stanze. Un po’ difficile se oltre i libri ha nominato ministro il cognato, scelto la sorella per dirigere FDI, pubblicato foto con la figlia e non ultima la trimurti femminile ma di certo non femminista, a contrappeso per le ovvie accuse di maschilismo. Questa non è politica ma piaccia o meno ai meloncini italiani, la forza della Meloni è certamente nel gossip e nello statismo con cui legifera non nella statura politica. Lamentarsene essendo capocuoco di una brigata di pataccari senza precedenti è quanto meno ridicolo. Di oggi è, per esempio, la notizia del Ministro Sangiuliano che diffida la trasmissione satirica “Un giorno da pecora” poiché non lo valorizzerebbe abbastanza. Uscite così tristi non possono che provocare ilarità o pianto disperato. Sangiuliano non può attendersi che satira dopo essersi espresso su libri non letti, e se lo si ascolta, possibilmente senza guardarlo, non si pensa alla cultura, forse alla verdura.
Ma dato che la Meloni è malauguratamente presidente del consiglio torniamo alla politica in cui la nullità della premier non si può nascondere.
Nessuna pietà a chi per dispetto alla Sx boccia il salario minimo con la scusa rancida che non è stato realizzato da chi governava prima. “Errare humanum est perseverare autem diabolicum”. Ebbene ricordando alla madre delle farse che nel primo governo Conte c’era pure la lega e se il salario minimo non è stato realizzato non è solo responsabilità della sx, se è vero che i giallorossi hanno errato trascurando il tema e oggi chiedono di rimediare, la Meloni persevera nell’errore perché evidentemente è sadica, altrimenti non si spiega. Dunque dopo aver dato del criminale al suo nemico confortata da giornalisti che si infilavano nelle mutande di Casalino, oggi si becchi le critiche e cali nei sondaggi come sta avvenendo per la 4° volta consecutiva.
Non si deve avere pietà per un’inadatta che con un ministro altrettanto inadeguato, ovvero Raffaele Fitto, commissiona il meridione dove oggi a differenza del resto d’Italia, per aprire un qualsiasi esercizio si deve passare per il ministero. Ciò inevitabilmente complica la nascita di nuovi imprenditori e imprese, sfavorendo l’occupazione in loco e favorendo l’emigrazione al settentrione in un mercato del lavoro il cui vessillo è la busta paga esangue.
In vent’anni il meridione ha perso 2,5 milioni di persone e in pochi decenni, ne avrà persi otto riducendosi a circa il 25% della popolazione nazionale. Ciò secondo l’ultimo rapporto Svimez sull’economia e la società del mezzogiorno. Si tratta di numeri e previsioni apocalittici su cui il governo non ha alcuna intenzione di porre rimedio mentre propaganda di agire per le famiglie ma aumenta l’Iva per tutti i generi necessari ai bebè.
Una premier guerrafondaia per opportunismo politico ma privatamente stanca della guerra in Ucraina come tutti i comuni mortali a cui racconta l’opposto può chiedere pietà solo se molto vigliacca. Indifferente alle difficoltà dei meno abbienti, garante dei privati, boia della sanità pubblica, della scuola e dei comparti difesi dalla Costituzione che apposta vorrebbe riformare la Meloni avrebbe voluto pietà per il privato sbandierato ai quattro venti pur avendo sottrattole uniche risorse per la sopravvivenza a milioni di persone?
Nessuna pietà per la fallimentare commedia meloniana. La sue chiacchiere su Roma prossima protagonista di Expò 2030 si sono sgretolate perfino davanti all’Albania- con cui la premier vantava uno storico accordo patacca per la gestione dei migranti irregolari- che in sede di voto ci ha voltato le spalle.
Il punto focale è che il peso della Meloni è nullo poiché è nulla la sostanza dietro la sua figura gonfiata con altrettanto nulla. E col tempo questo nulla irrompe oltre ogni tentativo di occultamento mediatico. Purtroppo quando in una Repubblica fondata sul lavoro questo è sottopagato e il governo in carica oltre non far nulla contribuisce apertamente allo stagnare del paese, e quando la prima premier donna istituzionalmente mascolinizzata sa solo fare la vittima e dare la colpa alla Sx, è ingiusto provare e usare pietà, è giusto provare disprezzo e usare il randello verbale.