LA GUERRA TRA ARMENIA E AZERBAIJAN PER IL NAGORNO KARABAKH

DI CLAUDIO KHALED SER

 

L’Azerbaigian, ripristina l’integrità territoriale del Paese, 30 anni dopo il conflitto vinto dall’Armenia che aveva portato alla separazione del territorio del Nagorno Karabakh, che passerà ora nuovamente sotto il controllo di Baku.
La guerra lampo voluta dal Presidente Ilham Aliyev, ha cancellato la vergogna di quella sconfitta militare e, poco importa se oggi, si consuma il drammatico esodo di migliaia di abitanti di etnia armena in fuga da quella che era diventata la Repubblica Indipendente dell’Artsakh.
Vince dunque Aliyev, con l’aiuto del potente vicino turco, quel Recep Tayyp Erdogan che già nella guerra del 2020 lo aveva sostenuto, e il disinteresse di Vladimir Putin, che impegnato nel teatro ucraino ha lasciato il ruolo da protagonisti ai due, abbandonando l’Armenia.
La storia però non finisce certo qui, visto che da una parte c’è ancora la questione umanitaria della fuga degli armeni dall’Artsakh, e dall’altra, non è detto che l’appetito della coppia Aliyev-Erdogan sia del tutto soddisfatto.
Decine di migliaia di persone sono già arrivate in Armenia attraverso il corridoio di Lachin.
Persone che necessitano di prima assistenza e di aiuto sul medio periodo.
Il Paese però non solo non è stabile politicamente, ma non è economicamente in grado di reggere l’impatto di decine di migliaia di profughi.
Ferme le Nazioni Unite, ferma l’Europa, fermi gli Stati Uniti e come ho detto, molto “distratta” la Russia.
Nessuno intende occuparsi di questo nuovo fronte di disperazione, con l’Africa in fuga e la guerra in Ukraina che continua a mietere vittime e produrre migranti.
Per gli aiuti umanitari si pregano i gentili Signori di mettersi in coda ed aspettare il loro turno.
Se mai verrà.