E’ FINITA LA PACCHIA, MA PER CHI?

DI ENZO PALIOTTI

 

 

“E’ finita la pacchia!”

Disse qualcuno non più tardi di un anno fa. Aveva ragione, solo che non specificò per chi era finita questa pacchia.

Pensavamo tutti che la frase era rivolta contro chi si era scagliata la Meloni, Europa e Atlantismo in particolare. Poi però ci siamo accorti, a nostre spese e con un carpiato con doppio avvitamento riguardo Europa e Nato, che la pacchia è finita per noi Italiani “medi” e giù di lì.

Eppure, un tempo, eravamo la priorità in campo internazionale, ricordate: “prima gli italiani”, oggi siamo passati in secondo, terzo ordine. Prima di tutto ci sono gli “impegni internazionali”, non derogabili, e soprattutto non discutibili. Poi ci sono i  “baroni” della politica, quelli che fanno affari, sporchi o puliti non conta: “l’importante è fare”, gli ultimi accadimenti che coinvolgono ministri, presidenti delle camere ed altre cariche dello Stato fanno capire a cosa andremo incontro nel prossimo futuro.

Già ce ne siamo accorti nell’aumento dei prezzi, nell’inflazione galoppante, con guadagni lauti per chi sta speculando sulla “fine della pacchia”, che è poi la continuazione dell’emergenza Covid.

Ma pare che però vada tutto bene, almeno a sentire il “presidente del consiglio”, in ricordo degli aerei ed alberghi pieni citati in piena crisi del 2009/10 dal suo mentore Berlusconi prima della sua “cacciata” da Palazzo Chigi a favore di Mario Monti.

In tutto questo, ed è la cosa peggiore, si è evidenziata una “caccia al disagiato” per disagiarlo ancora di più, anzi chi ce la faceva, con qualche stento, pare che presto debba essere coinvolto nella caccia per il precipitare della situazione a scapito di quel “benessere2 di cui parla la Meloni ma che non se ne trova traccia a certi livelli di reddito. Ci manca solo che il disagio debba essere aggiunto al Codice Penale, magari al posto dell’abuso d’ufficio o peggio ancora del 41 bis. L’importante è che chi ha debba avere sempre più, e che sia sempre protetto, mentre chi stenta non solo deve lottare per sopravvivere ma sentirsi dare anche del fallito da chi per raggiungere il “successo” usa ogni mezzo, lecito e non, per arricchirsi sempre di più.

Infine c’è quel 2% del Pil da destinare alle armi che chiede vendetta, naturalmente da chi si vede depauperato il proprio, già misero, reddito. Anche questo richiama la memoria, per chi la vuole avere, a tempi in cui si affamava il popolo per confermare la potenza militare, che poi si è rivelata un bluff per come sono andate le cose, previste anzitempo da quelle che si consideravano, allora come oggi, le Cassandre anti-italiane, anti-regime.  Regime nel quale rischiamo di ricadere per volere espresso di qualcuno abituato a disporre della forma di governo di altri stati, cosiddetti alleati, ai quali richiedono obbedienza cieca.

Buona fortuna a tutti.