SANTADECHE’

DI ALFREDO FACCHINI

Alfredo Facchini

 

La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha parlato al Senato per difendersi dalle accuse – bancarotta fraudolenta e falso in bilancio – rivolte dalla trasmissione Report e rilanciate dalle opposizioni.

Spudorata, oltre la soglia della decenza, ha dato vita ad una arringa che ha sfiorato quella memorabile del Caimano su “Ruby nipote di Mubarak”.
La ministra-imprenditrice si è addirittura lodata per i successi ottenuti con le sue aziende. Delle 4 società Visibilia <<ho messo a disposizione il mio patrimonio, per tutto ciò mi sarei quasi aspettata un plauso>>.
I lavoratori della Ki Group licenziati e lasciati senza TFR?<<Verranno interamente soddisfatti>>. L’unica autocritica: <<Chi fa può sbagliare>>.
Sulle 43 multe non pagate – con la Maserati da 300 cavalli in leasing affittata per 77 mila euro da Visibilia – si è poi superata. Ecco cosa ha dichiarato: <<Le multe sono a carico dei Carabinieri, a cui ho dato una mia auto per non gravare sul loro parco auto. Non ho alcuna multa da pagare>>.
Colpa dei carabinieri.
Qui la prendiamo a ridere, ma questa è parlamentare e ministro della repubblica. In un paese con un briciolo di etica pubblica andrebbe accompagnata alla porta.
Ma nella seconda Repubblica, dalle gesta del Berlusca in poi, l’art. 54 della Costituzione è carta straccia. (“I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”)
Come finirà?
A tarallucci e vino visto che la “ducetta” di palazzo Chigi con una intervista al Corriere le ha già rinnovato la fiducia.
Che poi la Meloni è la stessa che nel giugno 2013 pretese le dimissioni della ministra Josefa Idem finita nella polemica per l’Ici non pagata: <<le dimissioni da ministro sarebbero un gesto significativo, un forte segnale di rispetto per le Istituzioni>>.
Anche la Santanchè intervenne per chiedere a Letta, allora presidente del Consiglio, di <<sostituire la ministra>>.
Josefa Idem si dimetterà poco dopo.
Ma la Meloni è sempre la stessa che quando sbraitava dai banchi dell’opposizione chiese di far ruzzolare parecchie teste?
Sembrerebbe di sì.
Quindi giù la ghigliottina per:
– Federica Guidi, ministra dello Sviluppo economico nel governo Renzi (inchiesta sul petrolio in Basilicata dell’aprile 2016);  
– Annamaria Cancellieri, ministra della Giustizia finita, nel novembre 2013, nella vicenda Ligresti;
– Luca Lotti ministro dello Sport coinvolto nel 2017 nell’inchiesta Consip;
– Maria Elena Boschi dopo il decreto “salva banche”;
– infine, per Lucia Azzolina, ministra dell’Istruzione M5S accusata da Repubblica di aver copiato parte della propria tesi. Sentite un po’: <<Un ministro non può copiare, non può avere nel suo palmares una così grave irregolarità>>.
.
Poi dici.