DI ALFREDO FACCHINI
<<Tenete la testa alta e la schiena dritta. Studiate, perché studiando si apre la testa e si capisce quello che è giusto e quello che non è giusto>>
Felicia Bartolotta, vedova Impastato.
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Felicia, ci ha lasciati il 7 dicembre 2004. Una donna coraggiosa. La sua vita è stata una lotta continua.
Anche gli acciacchi di un’età che andava avanzando non l’hanno mai piegata. Al processo contro Badalamenti, celebrato dopo 22 anni, con l’inchiesta chiusa e riaperta più volte, con il dito puntato contro l’imputato e con voce ferma lo ha accusato di essere il mandante dell’assassinio. Badalamenti è stato condannato.
<<Io devo difendere mio figlio, politicamente, lo devo difendere. Mio figlio non era un terrorista. Lottava per cose giuste e precise>>.
“Chistu era me figghiu
quannu era vivu,
quannu luttava cu tutti:
mafiusi, fascisti,
omini di panza
ca un vannu mancu un suordu
patri senza figghi
lupi senza pietà”.
Quando penso a lei, la mente va subito a Carla Verbano. Un’altra madre indistruttibile che ha sempre cercato la verità. Ma penso anche a Lydia Franceschi, madre di Roberto assassinato dalla polizia nel ’73, a Danila Tinelli, mamma di Fausto ucciso dai fascisti dei Nar a Milano, insieme all’amico Iaio.
Qualcuno ha detto: quando un figlio perde un genitore si dice “orfano”, ma quando è un genitore a perdere un figlio, non esiste una parola per definire la sua condizione.
Vero. È un lutto contro natura.
Forse, l’unico mezzo per sopravvivere è quello sperimentato da donne come Felicia, Carla, Lydia e Danila.
<<Non si nasce donna, lo si diventa>>.
(Simone de Beauvoir)
<<Per i magistrati quello di Peppino è un omicidio a opera di ignoti. I soliti ignoti. Ma su chi sono quei maledetti, la famiglia Impastato non ha la minima incertezza e l’ha fatto scrivere a chiare lettere sulla tomba di ciò che è rimasto di Peppino: Giuseppe Impastato rivoluzionario militante comunista ucciso dalla mafia democristiana>>.
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da Radisol Il sogno della rivoluzione nell’Italia del 1978. Romanzo, Ed. Red Star Press.
