IL PRECIPIZIO

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Non mi aspettavo certo che il governo vacillasse dopo lo scempio di vite umane e di verità di cui si è reso responsabile e neanche mi illudevo che il soffio di novità rappresentato dall’elezione di Elly Schlein avrebbe risvegliato dall’ipnosi collettiva il campo progressista, neppure nutrivo qualche speranza di vedere in piazza coi forconi quei milioni di cittadini che hanno visto distruggere l’ultima barriera che li separava dalla fame e meno ancora i milioni di malati che sempre meno saranno in grado di curarsi…
Nessuna illusione, ma vedere i sondaggi che si spostano soltanto di qualche zerovirgola dopo tutto questo mi induce alla fatale considerazione che nessun democratico dovrebbe mai fare:
“Inutile prendersela coi partiti, quelli sbagliati sono gli elettori”
Quegli elettori che noi di Sinistra ci ostiniamo a chiamare Popolo, un nome collettivo a cui l’egoismo, l’ignoranza, la vigliaccheria e la pigrizia hanno tolto qualsiasi significato.
Non occorre indossare maglioncini di cashmere, guidare vecchie Volvo, leggere libri astrusi o fare il bagno a Capalbio per essere radical chic, per diventarlo basta smettere di amare il popolo come si fa con una compagna che ci ha tradito, sentirsi a ragion veduta infinitamente migliore e prenderne le distanze.
E’ come un precipizio da cui sarà impossibile risalire, e la mia tentazione di lasciarmici cadere è quasi irresistibile.