LA POLITICA SI ATTUA IN PARLAMENTO, O NO?

DI SALVATORE GRANATA

 

La politica italiana per il bene degli italiani si attua in Parlamento, nelle Aule predisposte e nelle varie commissioni, non all’estero né in tv o nei salotti. Ma soprattutto non si pratica nei tribunali.

.

C’è qualcuno, a parte Berlusconi, 3/4 del suo partito, 2/3 della lega e 5/6 di Fratelli d’Italia, che ancora non l’ha capito o si ostina a non capirlo nonostante sia incappato nell’ennesima batosta giudiziaria. Parlo ovviamente del signore in foto.
Uno di quelli che è riuscito a far votare tanta gente di sinistra – tranne alcuni che non considerano la tessera di partito come un santino – a destra, arrivando a consensi bulgari durante il suo premierato e riuscendo ad avere ancora oggi tantissima influenza nel suo ex partito.
Ma comunque, questa è storia trita e ritrita.
Ritornando al soggetto in questione, il tribunale di Firenze ha rigettato la sua richiesta di risarcimento danni per 200mila euro contro il Corriere della Sera. Ma questa volta, a differenza di altre, nella sentenza definitiva Renzi ha dovuto subire anche una lezioncina che comunque non lo farà riflettere.
Ad elaborarla magistralmente, e con un tocco d’ironia, è stata la giudice Susanna Zanda, che ha sottolineato come “l’articolo rispetta il canone della verità in quanto esprime esattamente il contenuto di una nota informativa dell’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia”.
Poi, che “la dicitura ‘regalo fatto a Renzi’ non è diffamatoria perché nel titolo del paragrafo è scritto chiaramente ‘prestiti’ rispetto a versamenti di denaro nell’ambito delle attività di Open”.
Chiosa da standing ovation e annessa tiratina d’orecchie:
“Renzi non deve usare i tribunali come bancomat. Al di là della infondatezza della domanda, ha una carica deterrente, specie se collocata nell’alveo di iniziative volte ad usare il tribunale civile come una sorta di bancomat dal quale attingere somme per il proprio sostentamento, anche quando lo si coinvolge senza alcun fondamento”.
Ovviamente tutto ha un costo. E in questo caso il “buon” Matteo ha lasciato pure un mese del suo stipendio alla controparte, poiché è stato condannato a pagare 16mila “fagiolini” di spese legali.
Un’altra sconfitta per lui, ma anche per noi cittadini, perché il suo stipendio e i suoi privilegi li paghiamo noi. Come per tantissimi altri politici. E alla fine della fiera, invece di essere impiegati per il bene della collettività con una persona valida a trasformarli in risorse utili a risolvere le impellenze del popolo, ti trovi a pagare i legali di un giornale illeggibile, con giornalisti illeggibili, il cui padrone è Urbano Cairo.
Con i politici la paghiamo sempre noi. Ricordatelo. Anche quando sembra una soddisfazione o una rivincita. O perfino un abbaglio temporaneo. Basta guardare i sondaggi (quelli più attendibili e imparziali, non quelli che convengono a noi in base alla realtà che vogliamo raccontare) e il suo partito con epiteto alternativo “Terzo Polo” che continua a crescere (tra ex berlusconiani e bonacciniani in cerca di riaccasamenti), parimenti al PD (che con la Schlein ha riconquistato già qualche punto).
Saluti.
E continuate a dormire…sereni. Oppure qualche tifoso se la prenda col sottoscritto quando muove critiche dall’alto della sua “follia improvvisa” o arroganza (?). Come ai tempi di di Mario, sono abituato…ma occhio a non approfittarne (soprattutto fuori dalla pagina). Comprensivo sì, fesso mai.
Ps. Renzi ha una dichiarazione dei redditi pubblica per legge. Dategli un’occhiata e poi esultate, convinti di aver sconfitto qualcuno o di aver vinto qualcosa.