LE TRE LEGGI DELLA SOPRAVVIVENZA

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Dimentichiamoci per qualche minuto del golpe, la celebrata “rivoluzione arancione” del 2014 che costrinse alla fuga un presidente ucraino regolarmente eletto e mise allo sbando il governo in carica. A ricompensa per quel colpo di stato il nuovo governo ucraino ricevette nel biennio successivo da Stati Uniti, Unione Europea, Banca Mondiale e Fondo Monetario la discreta cifretta di 25 miliardi di Euro.
Dimentichiamoci anche degli 8 anni seguenti che videro le enclave russe nel Dombass, quelle che secondo gli accordi di Minsk avrebbero dovuto raggiungere gradualmente l’autonomia, massacrate dal nuovo presidente golpista con una guerra aperta che costò 14.000 vittime quasi interamente civili.
E lasciamo pure perdere il progressivo avvicinamento all’Europa e alla Nato di quello che per sua natura geografica e origine politica sarebbe dovuto essere uno stato “cuscinetto” tra due superpotenze.
Questa è storia e geopolitica, roba per addetti ai lavori e propagandisti preparati, gente colta capace di rigirare qualsiasi frittata.
Facciamo invece un discorso terra terra di quelli che tutti possono capire, persino uno come me che è cresciuto più per strada che nelle aule scolastiche. Cresciuto per strada come Putin, e che come Putin ha imparato la prima delle tre leggi fondamentali della sopravvivenza: Chi mena per primo mena due volte.
La seconda legge fondamentale è quella che consiglia di lasciare sempre una via d’uscita al proprio nemico, è quella che Putin racconta spesso con la metafora del ratto che prima di soccombere è costretto a mordere.
La terza legge, quella a cui tutti noi prima o poi nella vita abbiamo dovuto sottostare, è quella che ci dice che la prepotenza a volte conviene subirla perché ribellandosi i danni sarebbero infinitamente più pesanti.
Le navi russe in navigazione nel Mar Baltico armate con missili nucleari non sono soltanto navi, sono l’ultimo avvertimento prima che le tre leggi fondamentali sopracitate scatenino la catastrofe.