LA LEZIONE DI MATTEO CIAMPI IN PISCINA: QUANDO I FIGLI INSEGNANO AI PADRI

DI LIDANO GRASSUCCI

 

Farei fatica a nuotare, farei fatica tanta. Ho dolori ovunque per quanto avevo voglia di nuotare in ogni mare, piscina, lago e fiume nel mondo. Per questo mi stupisco, mi inorgoglisco, resto a guardare e capisco quanto è difficile nuotare veloce, nuotare tanto, nuotare così veloce che nessun italiano lo aveva fatto mai prima.

Matteo Ciampi nuota veloce, con altri tre ragazzi Stefano Ballo, Gabriele Detti e Stefano Burdisso nella staffetta dell’esercito 4×200. Nuotano la distanza in 7’10″49, sette muniti e poco più per fare 800 metri e lì non puoi fermarti a prendere fiato, tutto di braccia, di gambe, di muscoli. Faccio fatica solo a pensare così veloce.

Matteo Ciampi è un ragazzo di Latina, non saprei narrare la sua forza, capacità, agonistica non sono capace di raccontare le epopee dello sport, ma so capire la volontà di ragazzi che ragazzi nuovi stanno scrivendo un capitolo nuovo di questo paese e della città lavorando seriamente, senza mettere scusa alla fatica, al rigore di essere preparati a fare meglio.

Matteo fatica in proprio, lavora in assoluto, ma è anche il segno di una generazione che già ora è meglio di noi padri, anche quando ancora non padri ragazzi eravamo noi e già lamentavamo fatica, dolori e forse scuse. Il tempo muta e in meglio, di figlio in padre, di padre in figlio.

Figlio, questo nodo ci lega al mondo:
devo dirti no e tu andarmi contro,

tu che hai l’infinito nella mano

Figlio, Roberto Vecchioni

 

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