A LATINA L’ACQUA E’ ALLERGICA ALLE FONTANE

DI LIDANO GRASSUCCI

 

A Sezze il paese mio per far vedere che i preti erano padroni dell’acqua “fecero” una fontana. Venne Pio IX in pompa magna, ma già si sentiva la libertà italiana tanto che una popolana vedendo “come era il papa” esclamò: “se è Papa quisso è Papa puro maritemo”. L’acqua arrivava alla fontana dei Leoni per ingegneria idraulica e calcoli matematici, non per miracolo di dio o benedizione del capo dei preti.

L’episodio per raccontare che le fontane nelle città hanno un senso, sono il senso del potere che è così potente da saper controllare l’acqua e costringerla al loro gioco.

A Roma tra fontane, fontanelle e nasoni è tutta una cascata e l’idea di città mica è nata lontana ma lì. Gli acquedotti segnano ancora oggi i posti dove i romani sono arrivati, per questo le fontane non sono varie ed eventuali, ma il senso stesso del governo e della sua essenza governante.

A Latina le fontane, ma non da ora, non funzionano. Ma è una sorta di epidemia, più le riparano e meno zampillano come se lo spirito anarchico dei miei butteri volesse dire “qui non è terra di comando ma è terra di libertà e l’acqua non zampilla perché vuole stagnare”.

In Comune i sindaci riparano le fontane, ma nottetempo, i fantasmi di Augusto Imperiali (Il capo dei butteri cisternesi che a inizio ‘900 batte Buffalo Bill)e i suoi sodali manomette i tubi. Con metodo senza dimenticarne alcuna: Piazza dl popolo, piazza san Marco, piazza della libertà, piazza del quadrato, Capoportiere… Non c’è verso di far uscire l’acqua, di governarla. Come quelli che hanno la gotta e i piedi non tollerano le scarpe.

La fontana era là sporca e dimenticata. Intorno tanto amore declamato ad una città. Paiono tanti desiderosi e il desiderio si placa comperandolo ad ore. I sindaci aspirano e proclamano, la fontana resta sola.

Le fontane erano simbolo della ricchezza di una città, erano la capacita di portare l’acqua in abbondanza dove serve, ma a Latina è pozza.

Questi due passaggi sono di un mio articolo su Latina Quotidiano del 23 maggio del 2016, sette anni fa, ma la fontana non zampilla.

Così è, maledetti fantasmi. A qualcuno parla, di tanto in tanto, di città delle acque: ma se non sappiamo far funzionare un lavandino, come possiamo immaginare terme e fiumi navigabili.

Nella foto: uno dei vani tentativi di mettere l’acqua alla fontana.