Ciao Franco, noi non ti dimenticheremo

DI ANNA CALI’

 

L’ultima comparsa in televisione. Un gran signore che con eleganza e anche con moto di nervosismo, decide di farsi vedere per l’ultima volta dal pubblico che per anni l’ha sempre sostenuto e l’ha sempre seguito.
È calato il sipario su Franco Di Mare.
Oggi il mondo del giornalismo piange la scomparsa di un grande cronista ma soprattutto di un grande uomo: Franco Di Mare. Morto all’età di 68 anni a causa di un mesotelioma. Ad annunciare la dipartita la stessa famiglia in una nota stampa: “Abbracciato dall’amore della moglie, della figlia, delle sorelle e del fratello e dall’affetto degli amici più cari oggi a Roma si è spento il giornalista Franco Di Mare”, successivamente poi, verrà divulgata una nota su quando verranno celebrati i funerali.
Si conclude così, in maniera ingiusta, la sua splendida vita.
Un gran signore oltre che un grande giornalista giornalista, come lo identificherebbe Giancarlo Siani.
Laureato in Scienze Politiche all’Università Federico II di Napoli inizia a collaborare con diversi giornali tra questi L’Unità, noto per la cronaca giudiziaria e la politica estera. Autore anche di diversi romanzi. In uno dei suoi romanzi “Non chiedermi perché” edito Rizzoli si percepisce quanta bellezza c’era in un’unica persona. Era inviato di guerra in Bosnia quando vide una bambina di dieci mesi in un orfanotrofio di Sarajevo che non voleva staccarsi da lui e per questo motivo decise di adottarla.
Nel 1991 entra in RAI, alla redazione esteri del TG2 ed è così che assume la qualifica di inviato speciale, occupandosi in particolar modo della Guerra dei Balcani, in questa zona è probabile che abbia contattato la malattia.
È giornalista e come tale decise di svolgere la sua professione nel miglior modo possibile, mettendo in prima linea il suo operato e il suo talento.
Nel 2002 passa al TG1 dove seguirà i conflitti degli ultimi venti anni, quali: Bosnia, Kosovo, Somalia, Mozambico, Algeria, la prima e la seconda guerra del Golfo.
Nel 2003 diventa conduttore televisione al timone di Unomattina Estate. Nel 2019 è stato nominato anche vicedirettore di RAI uno.
Ed è proprio con la RAi che Franco era rimasto molto deluso.
Nella trasmissione di Fabio Fazio andata in onda il 28 aprile aveva detto: “Da inviato di guerra ho respirato amianto: sono sereno e non mollo, ma questo non si guarisce. Tutta la Rai si è dileguata dopo la mia malattia. Tutti i dirigenti, non questi, ma anche quelli precedenti. Io chiedevo alla RAI di sapere l’elenco dei posti dove fossi stato per chiedere alle associazioni di categoria cosa potessi fare. Sono spariti tutti. Se io sono arrivato a capire che possano esistere ragioni di tipo legale e sindacale, ma quello che capisco è l’assenza sul piano legale e umano. Queste persone sono sparite, si sono negate al telefono, non rispondevano più a me che pure ero un dirigente. Una cosa per cui trovo un solo aggettivo: ripugnante”.
Sì, ripugnante e disgustoso ciò che è stato fatto nei confronti di chi, come Franco Di Mare, ha messo a repentaglio la propria vita, ammalandosi e morendo.
E così che ci si comporta con gli organi di stampa? È questo ciò che si ritiene opportuno fare? Mandarli in paesi di guerra e poi lasciarli abbandonati a se stessi? E ora sarebbe troppo comodo per la RAI muoversi, anzi, no. Sarebbe troppo tardi.
“Perché in guerra si incontra bella gente: al di là delle bombe, del rischio che corri, c’è anche solidarietà tra i colleghi e tra le persone che incontri appunto per caso”, è così che Franco rispose a una giornalista citando Hemingway quando gli fu chiesto il perché rischiava la sua vita andando nei luoghi di guerra.
Caro Franco, tu tante persone belle le ha incontrate. I tuoi lettori. Il tuo pubblico e i tanti giovani che grazie a te hanno saputo apprezzare e amare il giornalismo e farlo “proprio”, purtroppo però non tutte le persone che incontriamo sulla nostra vita ci possono lasciare qualcosa di bello. A te hanno fatto male. Tanto male.
Avresti meritato molto di più. Ma qualcuno da lassù ha deciso che oggi, si doveva fermare la tua partita e il tuo essere giornalista.
Il cordoglio è arrivato anche da parte del Presidente De Luca e dal Sindaco Gaetano Manfredi.
Ciao Franco, noi giornalisti continueremo a professare nel migliore dei modi la nostra professione e che la tua battaglia possa diventare un grido di giustizia per tutti noi.

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Anna Calì