Anche i vescovi contro l’autonomia differenziata: “aumenterà le disuguaglianze”

DI RAFFAELE VESCERA

 

La Cei, la Conferenza episcopale italiana, esprime le sue preoccupazioni sul progetto di legge per l’autonomia: “Da sempre ci sta a cuore il benessere di ogni persona, delle comunità, dell’intero Paese, mentre ci preoccupa qualsiasi tentativo di accentuare gli squilibri già esistenti tra territori, tra aree metropolitane e interne, tra centri e periferie. In questo senso, il progetto di legge con cui vengono precisate le condizioni per l’attivazione dell’autonomia differenziata” per i vescovi “rischia di minare le basi di quel vincolo di solidarietà tra le diverse Regioni, che è presidio al principio di unità della Repubblica”.
E’ la sanità il settore che maggiormente rischia di vedere un aumento delle disuguaglianze alla luce del progetto sull’autonomia differenziata. Lo afferma la Cei. “Tale rischio – sottolineano i vescovi – non può essere sottovalutato, in particolare alla luce delle disuguaglianze già esistenti, specialmente nel campo della tutela della salute, cui è dedicata larga parte delle risorse spettanti alle Regioni e che suscita apprensione in quanto inadeguato alle attese dei cittadini sia per i tempi sia per le modalità di erogazione dei servizi”.
Per la Conferenza episcopale italiana “gli sviluppi del sistema delle autonomie – la cui costruzione con Luigi Sturzo, nel secolo scorso, è stata uno dei principali contributi dei cattolici alla vita del Paese – non possono non tener conto dell’effettiva definizione dei livelli essenziali delle prestazioni relative ai diritti civili e sociali che devono essere garantiti in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale”.
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Raffaele Vescera
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Da la Repubblica del 24 Maggio 2024