BRAVEHEART. CUORE IMPAVIDO

DI SALVATORE GRANATA

Mettetevi comodi perché qui siamo alla pantomima. Siamo tra il ridicolo, la solita minestra e l’arroganza del potere per antonomasia.

Sul caso Toti, arriva a gamba tesa Guido Crosetto, sia per buttarla in caciara e distogliere i cittadini meno informati dai problemi veri da risolvere nel nostro Paese, sia per fare del tipico vittimismo destrorso.
La storia si svolge in due fasi. Seguitemi.
La prima.
Il ministrello della difesa, in un’intervista al quotidiano La Stampa, ha difeso Giovannino “gas gas” Toti.
Non solo. Ha attaccato i suoi alleati che hanno scaricato il governatore finito ai domiciliari per corruzione.
Non contento ha tirato fuori la solita barzelletta sulla magistratura definendola “politicizzata” e un “potere che non ha più controlli”.
Sui suoi alleati, nello specifico ha detto:
“Mi fanno ribrezzo le persone che speculano su vicende di questo tipo, ma so di essere in netta minoranza, anche all’interno del centrodestra. Oggi ho visto le dichiarazioni di un ministro di Forza Italia che, di fatto, scarica Toti, dimenticando la storia del fondatore del suo partito e la persecuzione che subì. Queste cose non riesco a capirle e non le sopporto più”.
Ovviamente il perseguitato è il berlusca.
Il possente Crosetto non fa nomi.
Cuor di Leone proprio.
Inoltre, ha attaccato senza freni anche il partito di Salvini:
“La Lega tende a fare la splendida, sotto campagna elettorale, polemizzando su quasi tutto, tanto c’è Meloni che tira la carretta ogni giorno e porta a casa i risultati. Facile condividere tutto e poi far finta di non aver condiviso nulla. Ho visto però con piacere che sulla mia battaglia garantista è arrivato oggi anche Salvini”.
E sulla magistratura, champagne per tutti:
“In Italia c’è un clima pesante, preoccupante, che incide in modo intollerabile anche sulla vita personale. Provo sempre più disprezzo nei confronti di persone che dicono di voler servire lo Stato e invece spesso servono solo i loro microinteressi personali. In nessun altro Paese c‘è un livello così basso nel rispetto dei ruoli istituzionali e di interessi nazionali, non politici o di parte”.
Poi vittimismo a iosa alla domanda se intende lasciare la politica:
“Ho preso un impegno e resterò al mio posto a fare il mio dovere. Quando finirà il mio compito di ministro, credo che tornerò dove avevo deciso di stare da anni: nella sfera privata”.
Giusto, ritorniamo con Leonardo che ha decuplicato i suoi guadagni nel giro di un trimestre.
Oh, ci fosse uno che lascia la politica prima. Solo finte lamentele.
E ancora sul ruolo della magistratura:
“Le inchieste sono una parte minima del clima di cui parlo. Il mio viene visto forzatamente come un attacco alla magistratura, ma è solo il tentativo di costruire regole comuni e condivise. Capisco che faccia comodo considerarlo un attacco per continuare a non affrontare i temi in modo serio”.
Giusto, il suo non è un attacco, è una boutade. Non fraintendetelo.
Però stranamente, subito dopo aver negato di voler attaccare le toghe, riferendosi al caso di toti il ministro ha aggiunto:
“Vorrei chiarezza: se vedo che l’indagato non ha ottenuto nessun vantaggio personale e che i suoi atti amministrativi erano legittimi, non capisco come si possa arrivare ad arrestarlo. Quando l’interesse contestato poggia tutto su una diversità di cultura politica, vuol dire che se il governatore ha le stesse idee del pm, allora ha perseguito un atto giusto e legittimo, se invece sono diverse è reato. Ma questa è politica, non giurisprudenza, e soprattutto non ha nulla a che fare con la legge”.
Ma quale attacco alla magistratura? Ma scherziamo? Infatti alla domanda se vede una magistratura politicizzata, il buon Guido ha risposto:
“Ci sono correnti e quindi è politicizzata. Lo constato. L’equilibrio però non è messo in pericolo dalle correnti della magistratura, ma da un potere che non ha più controlli, in cui anche un singolo pm, se arrabbiato con qualcuno, può distruggerlo. Su questo vorrei delle garanzie”.
Vuole delle garanzie, che avete capito? Non vuole assolutamente imporre un controllo politico sulla magistratura:
“Lo suggerisca l’Anm che tipo di controllo serve perché la giustizia sia terza. Rispondano in modo non corporativo e non mi usino come nemico pubblico numero uno”.
Peccato che nel novembre 2023, il ministro che non vuole attaccare nessuno, aveva rilasciato un’intervista al Corriere che aveva provocato roventi polemiche nei ranghi della magistratura (parlando di presunte riunioni di toghe per tramare contro la maggioranza): “L’unico pericolo” per la tenuta del governo Meloni “è l’opposizione giudiziaria”.
Fermi. Seconda fase.
Il buon Crosetto, non solo non ha ritirato nessuna delle sue dichiarazioni rilasciate nell’intervista a La Stampa, ma sui social, dov’è molto attivo, ha rilanciato, in pieno stile eroico:
“Oggi ho ricevuto moltissimi messaggi, privati, a commento di una mia intervista su La Stampa. Avevano un termine in comune: coraggio. La cosa non mi ha fatto alcun piacere, anzi mi ha preoccupato: se una banale manifestazione di libero pensiero viene considerata coraggio da tutti, allora significa che non siamo una democrazia compiuta”.
Fuochi d’artificio finali:
“Quasi tutti i messaggi finivano con un invito a pensare a me, a fare attenzione. Due citavano anche i miei cari o familiari: guarda cosa hanno fatto alla famiglia di Renzi, mi ha scritto un ex magistrato. Io invece non mi sento coraggioso perché mi rifiuto di credere che ci siano gruppi di persone della magistratura che potrebbero raggiungere un livello così basso e, considerandomi un nemico da combattere solo perché esprimo idee ed invito a riflettere, provassero ad inventare qualcosa per farmi male. Dico inventare perché purtroppo per loro sono fuori da anni dal potere e dalla politica, non mi sono presentato ad elezioni e quindi non ho nemmeno avuto bisogno di contributi regolari, perché ho guadagnato molto, da privato, sempre alla luce del sole e perché, per fortuna i Ministri hanno potere di indirizzo e controllo e non amministrano direttamente. Se ci fosse pertanto questo tentativo, il problema non sarebbe mio ma dell’Italia e della democrazia”.
Fine. Della storia di Crosetto.
Concludo con due paroline, visto che il ministro pretende la libertà di pensiero, a maggior ragione i cittadini dovrebbero averne più diritto di lorsignori potenti.
Il vero potere sovversivo sono i Crosetto e tutti quelli della scuola berlusconiana, che quando indagano o peggio arrestano qualcuno della loro area politica, lo assolvono implicitamente con le parole magiche “magistratura politicizzata”.
Questo non è garantismo, è voglia di farla franca, eccitando l’elettorato più ignorante, quello del grande fratello che gli fa da scudo e mettendo in campo i vari pennivendoli di regime.
Aspè. L’incontinenza verbale del ministro della Difesa non ha più limiti già da tempo e appare sempre più incompatibile con il delicato ruolo che ricopre. Le sue dichiarazioni hanno il suono dell’attacco a un potere dello Stato. È imbarazzante e inquietante il fatto che un ministro entri nel merito di un’indagine in corso, decidendo cosa sia lecito e cosa no. Alla magistratura, un governo di qualsiasi colore, dovrebbe dimostrare leale collaborazione istituzionale.
Infine, Crosetto ha parlato di disprezzo per chi fa politica per interessi personali.
Bene, piovono finanziamenti milionari sui Partiti al governo, come piovevano quando c’era Renzi nel PD e piovono anche nel PD odierno.
Curiosamente a versare sono sempre aziende che hanno bisogno di qualcosa dalla politica: concessioni, appalti o autorizzazioni.
Dai semplici cittadini soldoni non ne arrivano mai, perché a stento hanno due soldini per campare, grazie anche ai politici come Toti, Salvini e Crosetto.
La commedia è finita. Andate in pace.
Amen.
Ps. Il Quirinale da che parte sta? No perché qui la Costituzione continua ad essere massacrata.
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Salvatore Granata