GAZA SPEZZETTATA, LA NUOVA GABBIA NEI PIANI SEGRETI DI NETANYAHU

DI PIERO ORTECA

REDAZIONE

 

Dalla redazione di REMOCONTRO –

Tanti blocchi di prigione a cielo aperto separati tra loro, 16 per cento in meno di territorio per un chilometro di ‘zona cuscinetto’ che circonderà e poi taglierà in due la striscia. Totale controllo militare israeliano di un territorio ‘sgombero’, spianato da ogni costruzione o rudere. E ogni entrata o uscita di cose e di persone, dentro-fuori Gaza, e tra Gaza Nord e Gaza Sud, sotto stretto controllo israeliano.
Il ‘corridoio Netzarim’, la nuova ‘trasversale’ tra Gaza Nord e Gaza Sud, e tutto attorno il nulla.

I progetti Netanyahu per la gabbia Gaza

Haaretz ha pubblicato i progetti finora segreti del governo Netanyahu, che prevedono una significativa riduzione dell’abitabilità della Striscia di Gaza. Il 16% del suo territorio, infatti, sarà destinato a diventare ‘buffer zone’, zona cuscinetto, rasa al suolo e desertificata. L’anello, largo un chilometro, girerà tutto intorno alla Striscia e finirà, praticamente, per ‘sigillare’ tutta Gaza, consentendo ai soldati di Tel Aviv di controllare qualsiasi cosa entri o esca, in un’area che sembrerà sospesa fuori dal mondo. In più, gli ingegneri e gli specialisti di logistica dell’IDF, stanno lavorando alla realizzazione di una strada ‘di servizio’ che taglierà in due la Striscia. Fungerà da ‘check-point’ allargato, per monitorare il passaggio di tutti i palestinesi che si spostano da nord a sud e viceversa.

Arbitrarietà, e beffa agli Usa

Naturalmente, si tratta di iniziative assolutamente arbitrarie, prese solo sulla base della forza e che, soprattutto, contraddicono clamorosamente alcuni punti essenziali del cosiddetto Piano Blinken. Parliamo della ‘road map’ per la crisi di Gaza, abbozzata lo scorso novembre dalla Casa Bianca e presentata ufficialmente dal Segretario di Stato americano. Uno dei punti inderogabili del Piano si riferisce a «nessuna riduzione del territorio di Gaza». Detto ciò, gli analisti di Haaretz, però, fanno un’altra riflessione: «Questi due progetti – sostengono – sono la testimonianza del fatto che l’esercito israeliano si sta preparando per una presenza a lungo termine nella Striscia».

Stato maggiore esercito: istruzioni del governo

Il giornale si è rivolto direttamente allo Stato maggiore dell’IDF, per chiedere maggiori informazioni, ma ha avuto solo risposte evasive. «Stiamo sistemando l’area – è stato detto – come parte di una strategia di difesa e in base alle istruzioni ricevuto dal governo». Ma Haaretz, si è affidato a una società di sviluppo di immagini satellitari, facendo un’analisi comparativa delle aree di Gaza considerate, prima e durante la guerra. Il modello già applicato per rilevare le zone colpite e le distruzioni da parte di ‘BBC-Verify’. I rilevamenti eseguiti dalla società Planet Labs confermano una sistematica e organizzata demolizione di costruzioni secondo una certa linea.

Il “corridoio Netzarim”, la nuova “trasversale”

Ecco quello che scrive Haaretz: «Non è noto se tutte le strutture che attraversano la linea e appaiono nelle immagini siano state demolite come parte del progetto della zona cuscinetto o per altre cause legate alla guerra. Secondo una fonte informata, le case vengono demolite anche poco oltre la linea del chilometro, per non consentire l’accesso alla zona cuscinetto. In diversi punti, le immagini satellitari indicano edifici demoliti a circa 1200 metri dalle recinzioni di confine». Altre rilevazioni mostrano il tracciato in costruzione della ‘trasversale’, chiamata corridoio Netzarim, che consentirà agevolmente ai blindati israeliani di tagliare in due Gaza. L’obiettivo, fa capire il quotidiano di Tel Aviv, sarebbe quello di bloccare l’eventuale riflusso di profughi palestinesi che, migrati verso sud, ora vorrebbero tornare alle loro case a nord, nell’area di Gaza City.

Posti di blocco per “sterilizzare”

Dal satellite è già possibile individuare i nascenti posti di blocco a ridosso della grande arteria centrale, la Salah al-Din Road, e della strada costiera (Coastal Road). Per capire che l’operazione non è legata a bombardamenti frutto di azioni di guerra, ma fa parte di un piano deliberato di sistematica ‘sterilizzazione, di una vasta area di confine della Striscia, bisogna rileggere queste poche parole di Haaretz: «Lo sgombero del terreno viene effettuato utilizzando un’ampia varietà di strumenti ingegneristici. La fascia di un chilometro comprendeva campi agricoli, serre, pannelli solari e molte strutture residenziali. L’IDF sta ora demolendo sistematicamente queste strutture». Da ciò che si è venuto a sapere, l’esercito israeliano non presidierà fisicamente, dall’interno, la ‘zona cuscinetto, ma sarà monitorata dall’esterno.

Un nuovo “muro di Berlino”

Se quello che è stato anticipato, dovesse poi effettivamente essere messo in pratica, potremmo trovarci di fronte a una sorta di replica del Muro di Berlino. Dove tutta l’area interessata era illuminata a giorno, la ‘buffer zone’ era di sabbia rigorosamente rasata (per far vedere le eventuali impronte) e riempita di mine antiuomo di tutti i tipi. Il filo spinato con la corrente elettrica girava tutto intorno al confine e, su un lato, i ‘vopos’ piazzati dietro i nidi di mitragliatrice. «Anche a Gaza, scrive Haaretz, l’esercito israeliano non permetterà a nessuno di avvicinarsi e sparerà a chiunque oltrepassi il limite».

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Articolo di Piero Orteca, dalla redazione di

30 Marzo 2024