FISCO AMICO DI CHI?

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Che il sistema fiscale italiano sia esoso, ingiusto, arrogante e stupidamente complicato lo sappiamo tutti, ma sentire questo governo che vaneggia di un “fisco amico” dopo aver fatto carne di porco della progressività contributiva sancita in Costituzione è oltre la follia e la vergogna.
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Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo ""Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. REPV BBLICA ITALIANA Il sistema tributario è informato a criteri di progressività"."
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La dottrina fiscale fin qua applicata da questo governo è quella dei condoni a raffica e delle aree protette per gli evasori che lo sostengono. Siamo passati dalle “manette agli evasori” al “non disturbate chi produce” ma il fisco amico, io lo conosco bene perchè ho a lungo vissuto e lavorato in un paese dove esiste, comprende necessariamente entrambe le cose.
Essere trattati dal Revenue Service (laggiù si chiama così) come un prezioso cliente e non da suddito è molto confortante, ma è anche parte di un patto con lo stato che implica una puntuale punizione se questo patto viene tradito. Un concetto di una semplicità disarmante che però presuppone due elementi fondamentali che da noi sono di là da venire: la condanna sociale degli evasori e l’efficacia dei controlli.
E’ da lì che dovrebbe partire qualsiasi riforma fiscale, stendere tappeti rossi alla parte più infedele dei contribuenti è solo un modo disonesto per accaparrarsi il sostegno di questa o quella congrega o corporazione seppellendo prima ancora che sia morta qualsiasi idea di equità.
Ancora una volta ci pisciano in testa e ci dicono che piove.