BANDIERA BIANCA

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Bandiera Bianca.
L’espressione è forte ma, in guerra come in amore, in affari come in una contesa legale, arrendersi è l’unica cosa da fare quando si ha la certezza di non poter vincere.
Ostinarsi in una resistenza senza speranze non ha nulla di eroico e se a pagare un caro prezzo per la nostra ostinazione non siamo soltanto noi ma la nostra famiglia, o la nostra azienda, o come nel caso di Zelensky e dell’Ucraina il nostro popolo, è molto meno onorevole che arrendersi.
Non occorre essere esperti di cose politiche e militari per osservare come il supporto del “mondo libero” alla causa ucraina sia ogni giorno più debole e come lo scenario internazionale, a partire dal quasi certo ritorno di Trump alla probabile sconfitta della bellicosa Ursula che per non togliersi l’elmetto si sta giocando la rielezione, non lasci molto spazio alle illusioni. Se poi ci aggiungiamo che in Russia la popolarità di Putin è intonsa, l’economia continua a funzionare, le alleanze sono diventate più solide e la produzione di armamenti è tripla rispetto ai rifornimenti inviati all’Ucraina, appare del tutto evidente che il sacrificio della popolazione ucraina è senza speranze.
Occorre accettare la sconfitta e rivolgere l’impegno fisico, economico e politico alla limitazione dei danni prima di essere completamente annientati e precludersi così qualsiasi possibilità futura di recupero.
E’ mai possibile che l’unico uomo di stato rimasto lucido sia un prete?