“IL PEGGIO NON MUORE MAI”

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

“Caro Giancarlo, il peggio non muore mai!”
Così rispondeva alle mie cicliche, furenti indignazioni, un vecchio e caro amico che non c’è più.
Aveva ragione. Vorrei tanto che fosse presente e potesse constatare non solo l’ottima salute del peggio, ma anche la sua evoluzione. Probabilmente neanche lui, in quei tempi, l’avrebbe prevista. Lo diceva ai tempi di mani pulite. Sono passati oltre 30 anni da quella stagione e… Corruzione ai massimi storici, governi che si occupano di depenalizzare tutto quanto è possibile e di scrivere leggi che consentano ai corrotti e ai ladri, di continuare a farsi corrompere e a rubare senza rischi. E a cassare leggi che consentono ai giudici di mandare in galera corrotti e ladri. E gli indignati di allora? Scomparsi, morti, cloroformizzati o elettori di chi protegge o, molto spesso è, corrotto o ladro.
Scrivere su quanto succede in Italia in questi tempi, occuperebbe un’enciclopedia e un trattato sulla illogicità, un altro sulla imbecillità, un altro ancora su parentele, corruttele, comitati etc etc. Oltre a quello che racchiuderebbe, in una sorta di opera omnia, le cattiverie di chi sapete.
Qualche piccolo racconto.
Oggi la maggioranza se l’è data letteralmente a gambe, per evitare di votare sul caso Sgarbi. Un sottosegretario (vice ministro) accusato di aver rubato un quadro. E non solo. Di averne comprato un altro, un capolavoro, per 10.000 euro, e di averlo portato all’estero per venderlo. La stessa persona che deve allo stato centinaia di migliaia di euro di tasse non pagate. Che ha debiti nei confronti di vari creditori, per altre centinaia di migliaia di euro e che ha emesso assegni bancari che, a dire dei creditori non ha onorato.
E così scopriamo che la “presidento” e i suoi familiari (lo sono quasi tutti) hanno il tempo di parlare del pandoro della Ferragni, però non trovano il tempo di votare una mozione di revoca per un sottosegretario che, oltre alle infamanti accuse e alle indagini a cui è sottoposto, augura la morte, incidenti stradali o tumori, ai giornalisti che osano fargli domande e si sbottona i pantaloni in televisione. Fossi stato io il giornalista lo avrei invitato a mostrare quello che minacciava di mostrare. Forse avremmo avuto una sorpresa.
E ci sarebbero un centinaio di altre cose su cui discutere, ma ci vorrebbero altri cento post come questo. Per adesso basta sgarbi, plastica dimostrazione della arroganza, della protervia e del nulla che muove l’agire di questi cialtroni.
E’ proprio vero amico mio, ovunque tu sia. E’ proprio vero: “Il peggio non muore mai”.
In Italia addirittura si evolve.
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.Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 persone e il seguente testo "Rai 3HD REPORT"
Foto dalla trasmissione di Rai3 Report