1976 – 2024: QUANDO LA STORIA SI RIPETE

DI ANTONELLO TOMANELLI

ANTONELLO TOMANELLI

Jannik Sinner ha vinto gli Australian Open, dopo che soltanto due mesi prima insieme agli altri azzurri aveva strapazzato proprio l’Australia nella finale di Malaga, regalando così all’Italia la seconda Coppa Davis. Ma il modo in cui Sinner ha sbaragliato ieri nella Rod Laver Arena quel gladiatore indiavolato di Daniil Medvedev, che aveva già in saccoccia un torneo del Grande Slam e ben sei finali, lo terremo in memoria per sempre.
Il russo scende in campo ufficialmente non come russo ma come cittadino del mondo. E domina, facendo chiaramente capire che Sinner non ha scampo. L’altoatesino è lento, quasi impacciato, e spesso è costretto all’errore sotto le bordate precise e fulminee di Medvedev, che lo surclassa anche nel servizio. Un eloquente 6-3 6-3.
Poi, pian piano cambia tutto. Sinner esce dal letargo e presto diventa un osso duro. Il servizio finalmente gli funziona e gli errori calano. Con il russo è aspra battaglia, che lo porta a pareggiare i conti con un doppio 6-4.
Nella mente di Medvedev incomincia ad aleggiare lo spettro di Nadal, che due anni prima lo aveva battuto al quinto set proprio nella finale degli Australian Open, dopo aver ceduto al russo i primi due. In più Medvedev appare stremato. Non solo i movimenti, ma anche la faccia lo dicono. Spesso arriva sulla palla chiaramente scomposto. Eppure continua ad attaccare come un maledetto.
Ma alla fine deve soccombere per 6-3 contro un Sinner ancora incredibilmente fresco e ormai scatenato, che a 22 anni si aggiudica il primo torneo del Grande Slam.
Così la Storia si ripete. Il 30 maggio 1976 Adriano Panatta vinceva a Parigi il Roland Garros, suo primo e unico torneo slam, battendo l’americano Harold Solomon, dopo averlo bullizzato negli spogliatoi per via del suo metro e 68 di altezza. E pochi mesi dopo lo stesso Panatta trascinava la squadra azzurra contro il Cile nella conquista della prima Coppa Davis, vinta nella rocambolesca finale di Santiago sotto lo sguardo attonito del generale Pinochet.
Oggi, dopo 48 anni, un risultato storico e il migliore per il tennis italiano si è ripetuto. Ma lode a Daniil Medvedev, che si è battuto fino all’ultima palla e che per tutta la premiazione ha mantenuto un sorriso disarmante, nonostante fosse circondato da uno stuolo di bandiere nessuna delle quali russa.