DE PROFUNDIS

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Sono troppe, grandi e piccole, le cose che in questo mondo stanno andando a scatafascio. Quando arriverà la mia ora, spero il più tardi possibile, mi congederò da esso senza troppi rimpianti e ringraziando la sorte per avermi concesso di campare prima che ciò avvenisse. Non che nella seconda metà del secolo scorso non ci fossero orrori ma sul disgusto che essi mi provocavano vinceva sempre la speranza di un mondo migliore che sembrava essere lì, quasi a portata di mano.
.
Sono bastati 30 anni per sperperare tutto ciò che di buono avevamo capitalizzato in due secoli, a partire dalla Rivoluzione Francese e dall’Illuminismo. Pulsioni sociali, senso di giustizia, sentimenti di fratellanza ma anche arte, musica, cultura e persino la naturalissima sessualità… Tutto a puttane, e ci metto pure le meravigliose scoperte scientifiche che si sono rivoltate contro di noi, i motori inquinano, la plastica ci sommerge e gli antibiotici hanno smesso di funzionare.
.
Che queste considerazioni passino per la testa di un anziano signore che ormai non ha più nulla né da vincere né da perdere è forse nell’ordine delle cose e della biologia umana. A farmi disperare è quando leggo lo stesso senso di sconfitta, la stessa perdita di speranza nello sguardo di giovani che hanno tutta una vita davanti.
.
Forse è un bene che quello sguardo si alzi così raramente dallo schermo dei loro smartphone.