SINNER CONQUISTA MIAMI, ORA È IL NUMERO DUE

DI ANTONELLO TOMANELLI

ANTONELLO TOMANELLI

Il reale valore del trionfo di Jannik Sinner al torneo di Miami lo si misura considerando chi è Grigor Dimitrov, il bulgaro che ha schiantato nella finale di ieri sera. Classe 1991, è figlio di due pallavolisti professionisti, con il padre che si fregia di una medaglia d’argento alle Olimpiadi di Mosca del 1980.

Impugna per la prima volta una racchetta all’età di sei anni. A 15 anni vince da juniores gli US Open e Wimbledon.

Con risultati del genere, pare un predestinato. Invece, nel tempo manifesta un difetto comune a tantissimi tennisti dal talento smisurato: la tenuta mentale.

La sua carriera è un continuo altalenarsi di momenti di forma strepitosa e crolli inspiegabili. Non riuscirà mai a vincere un torneo del Grande Slam, ma il fatto che abbia battuto almeno una volta soggetti come Federer, Djokovic, Nadal e Medvedev la dice lunga sul livello del tennis che produce quando è in spolvero. Il suo miglior ranking mondiale è il n. 3, ottenuto a fine 2017 con il trionfo nelle ATP Finals, primo e unico bulgaro a vincerle.

E che a Miami fosse in forma strepitosa lo avevano capito tutti. Agli ottavi elimina l’ungherese Hurkacz, poi schianta Alcaraz nei quarti per poi divorarsi nelle semifinali uno come Zverev, ormai tornato ai livelli pre-infortunio del 2022, che lo ha tenuto lontano dai campi da tennis per più di un anno. Tutti tennisti della top ten mondiale.

Con Sinner, invece, Dimitrov è letteralmente crollato, anche per il particolare stato di grazia sfoderato dall’altoatesino fin dall’inizio del torneo. Il punteggio finale, 6-3  6-1, parla da sé, così come l’espressione del bulgaro a fine partita: sembrava non credere ai propri occhi.

Con questa vittoria Jannik Sinner supera Carlos Alcaraz nella classifica mondiale, accodandosi al Gigante serbo, che continua a fargli mangiare la polvere di 1000 punti. Ma da oggi Sinner è ufficialmente il più forte tennista italiano della storia, avendo scavalcato anche il mitico Nicola Pietrangeli, collocato dagli esperti dell’epoca al n. 3 del ranking mondiale. E con gli imminenti 37 anni di Djokovic, il sorpasso è soltanto questione di tempo. Dietro di lui, soltanto lo spagnolo sembra poterlo ancora impensierire.