DI MARIO PIAZZA
Quando 13 anni fa Bruna ed io lasciammo il Sud Africa per tornare a Roma lo facemmo per due ragioni precise. Quella pratica fu che la mia piccola azienda africana con 25 dipendenti era andata a gambe all’aria e con essa la nostra sicurezza economica. La seconda ragione era rappresentata dalla malattia del cuore che si chiama nostalgia, quella capace di ingigantire i ricordi belli e di seppellire quelli brutti.
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Noi ce la passiamo piuttosto bene anche qua e in teoria non avremmo motivo per lamentarci, al contrario dovremmo rallegrarci per aver lasciato Johannesburg prima che la meravigliosa stagione iniziata con l’elezione di Mandela a presidente invertisse la sua tendenza per ritrovarsi con i guai politici, economici e sociali che oggi l’affliggono.
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Spiegare in poche righe perché ogni giorno io mi senta nel posto sbagliato non è cosa semplice ma con uno sforzo di sintesi posso dire che tra i cento ingredienti che rendono l’Italia un posto bellissimo ne mancano due che sono fondamentali per mantenere intatta la gioia di vivere: la Sorpresa e la Speranza.
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Viviamo in un paese dove tutto è dato per scontato nel bene e nel male e non c’è uno straccio di speranza che qualcosa possa cambiare se non in peggio. La differenza tra noi e tanti altri posti apparentemente meno fortunati sta tutta in quelle due parole, sorpresa e speranza, e se non ci penseranno le nuove generazioni a raccoglierle da terra per rimetterle al loro posto non saranno certo i dinosauri come me a poterlo fare.
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Svegliatevi o andatevene!