ILVA, TARANTO: QUANTO E’ SUCCESSO E QUANTO STA SUCCEDENDO OGGI

DI BARBARA LEZZI

BARBARA LEZZI

 

Sapete chi era questo ragazzo? Probabilmente no.
.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e sorriso
.
Si chiamava Alessandro Morricella, aveva 35 anni, una moglie, due figli.
Le sue ultime parole sono state: “Sto morendo, i bambini…”.
Alessandro Morricella morì, dopo quattro giorni di agonia, perché fu investito da ghisa incandescente nel 2015 mentre lavorava negli stabilimenti dell’ex-Ilva.
Nel 2012 la giudice Todisco aveva sequestrato, senza facoltà d’uso, gli impianti per delle irregolarità molto gravi ma il governo Monti (destra e sinistra insieme) approvò un decreto ripristinando l’utilizzo degli impianti e concedendo agli amministratori (allora commissari del governo) l’immunità penale, civile e amministrativa.
Tre anni dopo nulla era cambiato tranne il fatto che erano morti nel frattempo quattro operai in quegli impianti che la magistratura aveva tentato di fermare al fine di salvare vite. Alessandro fu il quinto.
Ora non intendo entrare nel merito (ma lo farò a breve per l’ennesima volta) di tutto ciò che è successo dopo e di quanto sta succedendo oggi. Voglio solo ricordare Alessandro Morricella e gli altri operai morti. Voglio solo ricordare che, secondo lo studio Sentieri, a Taranto c’è una concentrazione di malattie oncologiche, soprattutto pediatriche, superiore alla media del resto del Paese.
Voglio solo ricordare ciò che chi sta parlando in queste ore con la solita saccenteria, con la supponenza del classista e con l’unico scopo di difendere se stesso, sta intenzionalmente ignorando.
Io non ignoro, guardo in faccia la realtà perché, a differenza dei mediocri, sono una persona libera.