IL DISCORSO DEL PRESIDENTE

DI PAOLO DI MIZIO

 

La rubrica delle lettere de La Notizia è sospesa per ferie fino al 9 gennaio. Però siccome ricevo email anche in questi giorni, una delle quali stamattina presto, voglio rispondere qui.
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Caro Di Mizio,
al discorso di Capodanno di Mattarella, come sempre da quando al Quirinale non c’è più Sandro Pertini, mi sono annoiato. Si può dire? Però ho capito la fatica del Presidente, che ogni anno è costretto a rimescolare la stessa minestra.
Mauro Polidori
Via email
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Gentile lettore,
la stessa minestra? Non vorrà mica mettere in dubbio l’importanza innovativa del discorso del Presidente? Se è così, mi dissocio subito dal suo pensiero.
Ma non lo sa che le parole del Capo dello Stato italiano hanno una rilevanza planetaria, grazie alla grande influenza del nostro Paese negli affari mondiali specie adesso che come premier abbiamo il Signor Meloni (e mi scusi se è poco)?
Pensi che in tutte le città africane, Nairobi, Kinshasa, Libreville, ecc. sono stati allestiti maxischermi nelle piazze gremite da milioni di persone, per trasmettere il discorso in diretta, come ogni anno. Lo stesso in Sud America, Asia, Oceania.
In Europa, poi, il discorso ha provocato onde. Putin, in attesa di capire come muoversi nel 2024, aspettava l’inizio dell’orazione tamburellando impazientemente con le dita. A Kiev Zelensky, subito dopo il discorso, ha riunito il gabinetto di guerra e ha annunciato che devasterà la Russia, da Beogrod alla Kamchatka.
Intanto il passaggio in cui Matterella diceva che “la democrazia si esplica col voto, non coi social media” ha mandato nel panico Zuckenberg, il boss di Facebook e Instagram. “Ce l’ha con me. Ma cosa gli ho fatto?” piagnucolava, mentre Elon Musk ansiosamente chiedeva lumi: “Non ho capito: le auto elettriche posso ancora costruirle o no?”.
Insomma, come direbbe il Signor Meloni, “per il mondo è finita la pacchia”.
Altroché minestra riscaldata!