DI MARIO PIAZZA
Per la seconda volta la nave di soccorso Ocean Viking è stata messa pretestuosamente sotto sequestro amministrativo. La prima volta fu lo scorso 13 luglio quando dopo essere stata costretta a 4 giorni di navigazione approdando a Civitavecchia con 57 naufraghi fu immobilizzata dalla Guardia Costiera per carenze tecniche e amministrative mai emerse nelle numerose precedenti ispezioni. Questa volta viene incolpata di un “salvataggio abusivo” che purtroppo neppure ha compiuto.
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La logica del “decreto Piantedosi” varato dal governo Meloni, sottoscritto dal Presidente della Repubblica e approvato dal parlamento è molto semplice e lineare: Allontanando i soccorritori dalle aree dei naufragi si aumentano le possibilità che i naufraghi possano annegare, e la notizia di questi annegamenti dovrebbe dissuadere altri migranti dal prendere il mare.
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Una logica oscena e aberrante, perché in linea di principio è come se gli autovelox venissero sostituiti da tiratori scelti che piantano una pallottola nella nuca di chi corre troppo. Certamente ci penseremmo bene prima di superare i limiti di velocità ma nessuna persona civile potrebbe accettare una cosa del genere.
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E invece noi, tanto bravi ad indignarci per Putin, Netanyahu e Trump, per i femminicidi e per gli omicidi stradali, per i cani abbandonati e per le maternità surrogate, per i pandori della Ferragni e per le valigie di Gucci, lasciamo che questo accada sotto i nostri occhi senza alzare un dito.
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Non sarà che sotto sotto per quegli stessi occhi i disperati che prendono il mare dalle coste libiche e tunisine valgono meno di un cane abbandonato, di una valigia e di un pandoro? Mi sto vergognando per il mio non fare nulla, al netto delle chiacchiere forse non sono meno mostruoso di Piantedosi.
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