E ANCHE QUESTO E’ ANDATO

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Voglio usare l’ultimo post dell’anno per mettere in discussione un principio che abbiamo preso per buono da troppo tempo: la tassazione dei nostri guadagni invece che dei nostri patrimoni.
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L’articolo 53 della Costituzione recita testualmente “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.”
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Non sta scritto da nessuna parte che la “capacità contributiva” corrisponda al reddito, semplicemente perché non è vero. Il tenore di vita del cittadino è proporzionale al reddito soltanto per quella fascia della popolazione che una volta chiamavamo “proletari”, coloro che per il sostentamento potevano contare soltanto sul proprio lavoro e sui propri figli.
Per gli altri, quelli che per merito, fortuna o dinastia possono contare su un patrimonio grande o piccolo che di per sé genera quattrini o quantomeno consente di risparmiarne, i guadagni annuali sono soltanto un indicatore che per pochi o moltissimi anni non influirà minimamente sul loro tenore di vita.
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E’ quel tenore di vita che rappresenta la loro “capacità contributiva” ed è un piccolo frammento di quel tenore di vita che dovrebbe contribuire ogni anno alle spese dello stato e, per ricaduta, al sollievo della parte meno abbiente della popolazione.
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Non occorre inseguire lo sfruttamento, l’evasione, il lavoro nero e le ridicole aliquote sulle rendite finanziarie per capire che viviamo in una società costruita dai ricchi a misura di ricco, basterebbe rendersi conto dell’iniquità concettuale alla base del nostro sistema fiscale.
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Bene, dopo avervi rifilato questi due minuti di noia non mi resta che augurare a quasi tutti un 2024 che sia il più felice o almeno il meno triste possibile.
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May be an image of fireworks and text that says "Artemisia 2 3 Buon anno"