“GLI UNICI CHE SANNO COME FINISCONO LE GUERRE SONO I MORTI” (PLATONE)

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Io non so che tipo di persona sia Merlo, quello che scrive su Repubblica. Leggo ciò che scrive e mi basta per ritenerlo uno dei peggiori (se non il peggiore) esponenti di quella professione che in Italia ci ostiniamo a definire “giornalismo”.
Per il mio modesto e non importante parere è peggio di Senaldi, di Sallusti e dell’incontinente Feltri. Una “penna” intrisa di odio e di veleno, che riversa a fiumi su chi non la pensa come lui. Su chi “osa” mettere in dubbio o, ancora peggio, non condividere il suo manicheismo, esprimere un dubbio sulla collocazione e individuazione, secondo il pensiero binario, al quale aderisce entusiasticamente, dei “buoni” e dei “cattivi”.
È una sorta di piazzista, altro che giornalista. I suoi “articoli”, sono un sontuoso tentativo di vendita di moralismi un tanto al chilo, di doppie e triple morali, incluse carpiature e salti mortali. Un inesorabile difensore di bimbi ucraini e israeliani, un altrettanto inesorabile giustificazionista di crimini di guerra e di massacri di bambini che, incolpevolmente, sono nati dall’altra parte. Quella parte che, secondo il suo elementare pensiero, è quella dei “cattivi”. E ci bombarda, anzi bombarda i suoi lettori (sempre meno per fortuna) di apoteosi di guerre “giuste” o “difensive”, senza alcun rispetto per le vittime di quelle guerre.
Un nauseabondo bellicista, che chiama “collateralità” tragedie vere, sangue vero.
“Collateralità” i pietosi lenzuoli contenenti i resti di bambini di pochi mesi, di pochi anni.
“Collateralità” le gambe staccate da corpi di bambini colpevoli solo di essere nati lì, in quella striscia.
Un sontuoso leccaculo, con un talento irripetibile nella scelta del cu*o da leccare. Ovviamente quello più potente.
Perfino l’Europeo vinto da Mancini, o le medaglie d’oro italiane delle olimpiadi furono, secondo questo straordinario possessore di mega ghiandole salivari, merito di Draghi.
Stavolta ha toccato il fondo.
Il suo attacco a Zerocalcare è da schifo, o forse ribrezzo. O forse ancora peggio. Dimostrando, peraltro, di appartenere a quella schiera di italiani che leggono senza capire il significato di ciò che leggono. Se avesse capito le dichiarazioni del fumettista, non avrebbe scritto le montagne di veleno e di cattiverie che ha scritto contro di lui.
Oppure ha capito.
Ma, se fosse così, sarebbe ancora peggio.
“Gli unici che sanno come finiscono le guerre sono i morti”.
Lo ha scritto Platone.