RITORNA LA “PRIMAVERA LATINA”

DI GIANCARLO SELMI

 

 

L’America latina è tornato ad essere un laboratorio. Dopo decenni di neoliberismo, pilotato dagli USA, che hanno sempre considerato il continente come un giardino di casa, ritorna la “primavera latina”.

E lo fa alla grande. Dopo il Perù che ha eletto presidente un uomo di sinistra, dopo la Bolivia, che ha salutato il ritorno al palazzo presidenziale di un esponente del partito di Evo Morales (spodestato dalla presidenza, dalle destre filoamericane, con un colpo di stato), ieri è stato il turno del Cile, che ha eletto come Presidente, con affluenza altissima e quasi plebiscitariamente, Gabriel Boric. Un giovane uomo di 36 anni, impegnato da una vita sui diritti sociali. Un comunista dichiarato.

Ha battuto ampiamente il figlio di un nazista, a cui Salvini si era affrettato a dare il suo endorsement. Ed a Salvini il neopresidente ha dedicato una delle prime frasi dopo l’annuncio della vittoria, ringraziandolo per aver appoggiato il suo avversario con un evidente riferimento alle facoltà di menagramo del capitone.

Succede a Sebastián Piñera, esponente della destra economica cilena che, nel corso del suo mandato è stato contestato, in numerose occasioni, da oceaniche manifestazioni di piazza e scioperi a catena. In Cile l’uno per cento della popolazione possiede il 25% della ricchezza nazionale. Il sogno del dragone, del foruncolo rignanese, del cicciobello pariolino e della razza padrona italiana, messo in pratica. In Italia siamo sulla buona strada per raggiungere il Cile, in questo non lusinghiero dato statistico.

I cileni hanno avuto le palle per invertire la rotta, chiedendo, con l’elezione di Boric, politiche sociali più attente agli ultimi, chiedendo inclusione e politiche redistributive. Chiedendo l’applicazione del diritto allo studio ed il diritto alla salute, che in Cile molti presidenti, hanno gravemente compromesso.

Quello, in pratica, di cui abbiamo bisogno in Italia e che non abbiamo le palle di chiedere. Riuscirà il popolo italiano a scegliere un uomo come Boric, il nostro Giuseppe Conte, per guidare il prossimo governo? La vedo dura. Le destre stanno perdendo terreno in tutto il pianeta, meno che in Italia. Nonostante che gli italiani siano quelli che, storicamente, si lamentano di più.