LA RAVA, LA FAVA E LA CLAVA

DI ORSO GRIGIO

REDAZIONE

 

Ci godono, a parlare di guerra.

Politici, conduttori, opinionisti della fava, scribacchini a caso.
Ci godono tutti, è un argomento che li eccita.
E fanno il tifo, si entusiasmano, si schierano. Non sanno niente, non gli importa di sapere niente, ma si schierano lo stesso, e tutti dalla stessa parte: il pensiero unico lo esige.
Giustizieri, con la vita degli altri.
Parlo di sostanza, non delle solite frasi di circostanza farcite di ipocrisia e retorica.
Parlo di sostanza, di fatti.
Dopo il mantra ossessivo “dell’aggressore e dell’aggredito” e del “siamo tutti ucraini”, un po’ affievoliti ché le mode passano e quella è ormai una guerra di sistema e non fa più notizia, adesso nell’insegna sotto la quale pontificare c’è scritto, più o meno esplicitamente, che “Gaza è il male assoluto e va distrutta”, e che naturalmente “siamo tutti ebrei”.
Una cosa che buona parte del mondo occidentale pensa da sempre, questa, e che con il brutale attentato di Hamas, ha finalmente trovato la sua scusa.
Irresponsabili, psicopatici, accecati dall’odio e dall’interesse, senza ragione né umanità.
Aspettano l’attacco di terra come fosse un evento naturale, come se dipendesse da congiunzioni astrali sconosciute, inevitabili, e non dalle fetide volontà di certe “teste di cazzo” che abbiamo messo a governare il mondo.
Lo chiamano “atto definitivo”, e anche se fingono di provare dolore gli si increspa una smorfia di piacere per questo orgasmo imminente.
Stanno tutti lì, complici, a brandire con i potenti della terra la mannaia pronta ad abbattersi su quelle esistenze senza mai pace.
Tutto questo i padroni del mondo lo chiamano democrazia, giustizia, bene che trionfa sul male, ma è solo morte che porta altra morte.
E il male sono loro.
Intanto, in quest’attesa allucinante, ogni giorno muoiono centinaia di anime, e poi migliaia, e poi chissà quante ancora, e fra loro tantissimi bambini, dilaniati dalle bombe, povera carne da macello.
Ancora e sempre carne da macello, a pagare con la loro piccola vita le colpe degli altri.
Bambini che amavano e che erano amati, come tutti i bambini.
Ma in fondo chi se ne frega, sono poveri, sporchi, polverosi. Mica li vorrai paragonare ai nostri, così belli, rifiniti e colorati.
E poi nei film si vede di peggio.
Come per l’Ucraina, anche in questa parte di mondo con troppe religioni la pace non l’ha mai voluta nessuno.
La pace non paga, non dà profitti, non permette speculazioni.
La guerra invece conviene, è un ricatto che produce vantaggi, è un affare. Permette di andare oltre quello che ti spetta, di acquisire potere e privilegi; consente di fabbricare armi e poi di venderle, e più guerre fai, più armi si producono e più elezioni vinci.
Con la guerra, magari scatenata con una bugia, si possono saccheggiare paesi, fare incetta dei loro prodotti migliori, piegare l’economia mondiale ai propri bisogni.
Funzionano tutte, anche quelle definite buone.
Tu fai credere a una nazione che la stai liberando e poi la occupi rimpinzandola di basi militari e assoggettandola per sempre ai tuoi voleri.
E’ la guerra la risposta vera ai problemi, altro che la diplomazia.
Tanto a morire ci vanno i figli degli altri, mica di chi le scatena.
Millenni di presunta evoluzione e siamo ancora lì, con il cazzo in una mano e la clava nell’altra.
Ma al di là dei fatti, è però la loro narrazione che soprattutto mi spaventa, perché prova che non ci è data speranza di cambiare
E non parlo solo di certi buffoni ai quali non farei scrivere nemmeno il programma della vuotatura dei cassonetti della mia città, ma parlo degli altri.
Soprattutto, degli altri, di quelli ritenuti credibili.
I giornaloni, insomma, e i nomi li sapete.
E parlo di come, in questo mondo capovolto davvero e non come quello di Vannacci del tutto conforme ai tempi che viviamo, chiunque provi a pensare in maniera diversa e abbia un minimo di visibilità venga sputtanato, deriso, messo alla gogna come fosse un vegano capitato per sbaglio alla sagra della porchetta.
E parlo anche, a malincuore, di come quella di certi leader politici, prima sedicenti pacifisti e poi, nei fatti, guerrafondai come gli altri, sarà l’ennesima delusione da raccontare ai nipoti.
Ai vostri, per fortuna.