APPARTENENZA

DI ORSO GRIGIO

REDAZIONE

 

In genere il 25 aprile sto a casa. Molte delle celebrazioni di quel giorno mi sembrano forzate, troppe frasi mi paiono solo di circostanza, poco sentite: un festival di atti doverosi ma spesso formali e senz’anima.
Un po’ come il concertone del primo maggio, tanto per restare nel periodo.
E’ un mio problema, ho aspettative e bisogni piuttosto alti: non mi accontento più.
Perché dovrei?
Quest’anno però è stato diverso e qualcosa ha reso questa giornata davvero speciale.
Qualcosa di cui accontentarsi.
Non è successo in una piazza e nemmeno in un palazzetto o in un teatro, ma in una chiesa.
Una chiesa vera, con l’abate e col vescovo venuto anche lui a festeggiare.
Una chiesa bellissima, la splendida Pieve di Gropina, a Loro Ciuffenna, meraviglia romanica simile a quella di Romena che ho tatuata nel cuore, anche questa in uno di quei luoghi magici e incantati che ti rimettono in assetto da vita dopo un testa coda di troppo.
Ci tornerò con calma a fare due foto e ve la presenterò meglio, ma fidatevi: è bellissima.
Lì c’è stato un evento per me del tutto imperdibile: un incontro con Francesco Guccini, intervistato da Andrea. Un evento che però andava ben oltre l’intervista in sé ovviamente, fino alla meraviglia di poter condividere con un Maestro vero e con chi sta dalla sua stessa parte un giorno speciale.
Guccini, Gaber e De André sono la colonna sonora della mia vita. Insieme ad altri, certo, ma loro un po’ di più. Hanno accompagnato le mie emozioni, acceso i miei sogni, spento la rabbia dopo averla innescata.
E sono certo che su questa pagina, che è un po’ la Casa di Riposo delle Illusioni Perdute, sarete in tanti a condividere il mio pensiero.
Un giorno speciale, con la presenza di migliaia di persone molte delle quali non hanno potuto entrare e nemmeno raggiungere il luogo visto che la strada è stata chiusa per limitare gli accessi.
Pensate, non c’era nemmeno il rischio di incrociare Vannacci che cianciava di classi separate per i disabili o del resto delle sue sentenze, né Foti che gli studenti che protestano li vuol mandare a zappare; non c’era Zelenski a chiedere missili, non c’erano i portatori servi del Pensiero Unico né qualcuno a leggere il monologo di Scurati tanto per fare il fico.
C’eravamo noi, la gente normale. Quella che vuole cambiare le cose.
C’era Appartenenza, per una volta.
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Orso Grigio
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