I MISERABILI

DI ORSO GRIGIO

REDAZIONE

 

A spaventarmi non è il dolore che si incontra lungo il percorso accidentato della vita, non sono le malattie.
E non è nemmeno la morte, che tanto più di una volta non può capitare.
Quello che mi terrorizza è una morte diversa, quella che siamo a noi a scegliere di darci, coscienti e consapevoli, e non la natura: quella vera, la peggiore.
Quella del pensiero, della sensibilità, dell’umanità, del rispetto.
Una strage devastante che come spietati killer stiamo compiendo da tempo su noi stessi e che ci ha ormai trasformato in zombie nelle mani di potenti che noi stessi abbiamo scelto, annichiliti e inebetiti dal nostro stesso processo di decomposizione cerebrale.
“Piccoli str*nzi che scelgono i grandi merd*ni” come dicono sempre al Bar.
Da una parte loro, i potenti, perlopiù omuncoli incapaci senza qualità, sedicenti statisti che senza la politica non saprebbero nemmeno allacciarsi le scarpe o gestire una tombola di Natale, che stanno lì, incoscienti e irresponsabili, a misurarsi la lunghezza del proprio pene o a rimirarsi la permanente, e ridono gaudenti, come se ci fosse qualcosa da ridere, ballano sul Titanic, passano dal teatrino di cabaret ai consigli di guerra dove però sono molto più pericolosi, giocano con le sorti del mondo, con la vita dei bambini, incuranti del volere, dei bisogni e delle sofferenze delle persone che dovrebbero tutelare.
Pazzi totali che se ne sbattono i coglioni perfino delle sorti dell’intero pianeta, pronti all’annientamento del genere umano se solo questo gli garantisse una base missilistica in più o anche solo qualche voto.
E servi, leccatori perenni di c*lo dei poteri più forti del loro: quelli dei grandi capitali, delle banche, o degli esportatori seriali di democrazia tossica e malata.
E dall’altra noi, inebetiti dalla nostra assenza mentale, a frugare dentro i telefonini per cercarci la vita che non abbiamo, storditi fra un pannolone e la candeggina, a occuparci delle beghe degli ex ferragnez e rincoglionirci con le sentenze di Vannacci, a sentire Sallusti che ritiene accettabile una guerra visto che abbiamo avuto ottant’anni di pace, o gli altri portatori malati del Pensiero Unico che predicano le loro litanie di morte e servilismo, senza nemmeno spaccare i nostri preziosissimi tv led.
Sallusti, ca*zo, che se dicessi quello che penso di lui non fareste nemmeno in tempo a leggere il titolo del post. Tanto a lui e agli altri che ritengono tutto questo normale e perfino inevitabile che gli frega? Sono vecchi, moriranno comunque per esaurimento naturale e in guerra ci andranno i figli degli altri, non certo i loro.
Ma cos’è tutto questo?
Un incubo, un delirio da colica renale, la peperonata della sera prima?
Cos’è, che cosa ca*zo siamo diventati se accettiamo tutto, se a opporci non ci proviamo nemmeno e forse non riusciamo più nemmeno a piangere?
Se questa miseria è tutto quello che abbiamo e che riusciamo ad essere, allora ho vissuto tutti i miei anni per l’anima del ca*zo ed è bene che questa agonia finisca in fretta.