DISPARITA’

DI ORSO GRIGIO

REDAZIONE

 

Premesso che a noi, concentrato di ignoranza corazzato di egoismo, non ci frega niente di nessuno, ma ammettendo per una volta che la nostra indignazione sia reale, trovo giusto alzare la voce e la rabbia e condannare il regime sovietico per la morte di Navalny, di cui Putin è chiaramente responsabile.
Chi poi costui fosse davvero, se simpatizzasse per i neonazisti o altre tendenze perverse come sto leggendo in giro, non mi importa e non vuol dire niente.
Quella di dare la morte non è un’attività che attiene alle persone o ai governi.
Ci sono le leggi che un paese si è dato, le sentenze che derivano dalla loro trasgressione e quindi le condanne da scontare, ma niente che possa andare oltre il rispetto per la dignità e per la vita.
Una cosa tanto banale e scontata che a ribadirla mi sento anche un po’ idiota.
Tuttavia, prendendo sempre per sincero questo moto di protesta, non ho visto e non vedo lo stesso ardore nei confronti di Assange, la cui storia la conoscete sicuramente tutti e il cui destino pare piuttosto simile e purtroppo con un finale non troppo diverso da quello del dissidente russo.
Il diversamente lucido Biden, uno che non dovrebbe gestire nemmeno il carrello del supermercato, altro che valigetta nucleare, ha sentenziato che Putin pagherà per questo omicidio.
Giusto, lo spero anch’io.
Come spero che anche il presidente americano, fra un inciampo, una gaffe e una scorreggia, paghi per Assange, condannato senza aver commesso altre colpe se non quella di aver rivelato verità.
La Russia è una dittatura, te lo aspetti che compia certi orrori, ma la civilissima America, che esporta democrazia, che predica il bene contro il male, come può aver paura di uno che dice la verità?
Ma è la stessa America che ha fatto della menzogna e dell’ipocrisia la sua bandiera, quella che dietro l’alibi della democrazia si è sempre macchiata delle nefandezze più cruente, scatenato guerre e seminato morte solo per la propria egemonia mondiale e per alimentare la propria industria bellica.
L’America, con cui tutti abbiamo contratto un debito di servitù che non si estinguerà mai, di certo non con gli uomini che ci governano, l’essenza stessa della pavidità.
Dev’essere per questa sudditanza incancrenita che ci offusca la visione che c’è stato un plebiscito a favore di Navalny, giustissimo e dovuto, mentre tutti o quasi tacciono su Assange, in maniera oscena e vergognosa.
E a pensare di doversi fidare degli inglesi in merito alla concessione dell’estradizione, sale la rabbia e la speranza si fa davvero flebile.
Però potete star certi che dopo, a bocce ferme, quando Assange andrà in prigione e dovrà starci per il resto della vita, o quando sarà morto del tutto, che per un uomo libero la differenza è poca, anche per lui ci saranno le stesse pantomime, la stessa finzione.
Però meno, altrimenti lo stordito si incazza.