UNO IN PIU’

DI ORSO GRIGIO

REDAZIONE

 

Dalle elezioni in Sardegna si possono evincere tre cose.
La prima è che nel terzo millennio, quello digitale, quello della tecnologia più evoluta e dell’informatica più sofisticata, appare piuttosto ridicolo che per scrutinare qualche scheda ci voglia un’era glaciale.
Mi torna sempre in mente un mio superiore che incolonnava i numeri in Excel e poi li sommava con la calcolatrice. La potenza è nulla senza controllo, come insegna la pubblicità, e tutta questa meraviglia verso l’intelligenza artificiale dev’essere proprio perché alla nostra ci abbiamo rinunciato.
La seconda è che Renzi e Calenda non servono a niente, se ancora qualcuno avesse avuto dei dubbi.
Due il cui unico scopo politico è rompere i cosiddetti a PD e 5S, senza ovviamente nessun programma politico da proporre, ma in perenne ricerca di uno strapuntino di potere dalle parti della meloni.
E allora, anche per questo fantastico duo, che annichilisce gli antichi fasti di Gianni e Pinotto, Ric e Gian e financo di Scara e Macai, dovrà levarsi all’unisono come da un sol uomo, dall’Alpi alle Piramidi e dal Marzapane al Reno, quell’invito soave e leggiadro, definitivo e liberatorio, affinché possano recarsi in quel luogo recondito e incantato così fantastico ma così reale, dove li mandiamo volentieri.
E senza passare dal via.
La terza cosa è la conferma della teoria che, pur nella mia totale nullità, vado sostenendo da tempo: “uno più di loro”.
Che poi quando si vince con uno scarto così ridotto c’è anche più soddisfazione.
Non serve altro, e non è nemmeno difficile.
A patto che PD e 5S decidano di lavorare insieme su progetti comuni, perché la possibilità di vincere separati esiste solo nei sogni residui di qualche sperduto talebano, e quel tempo è finito.
Strappiamogli il paese dalle mani, a questi incapaci e arroganti fascistoidi, prima che loro lo strappino definitivamente dalle nostre.
Insieme, e uno più di loro.
Si può fare.