L’ATTACCO UCRAINO AL NORD STREAM ORA CERTO ESPLODE SUL GOVERNO TEDESCO

DI PIERO ORTECA

REDAZIONE

 

 

Un’inchiesta dirompente sugli attentati ai gasdotti Nord Stream, realizzata e pubblicata da ‘Der Spiegel’, rischia di mettere in ginocchio il governo tedesco. Il report, realizzato in collaborazione col network televisivo ZDF, rivela che, incredibilmente, il Cancelliere Scholz era stato avvisato per tempo di un possibile attacco terroristico alla cruciale infrastruttura. Ma non ha fatto niente per evitare la catastrofe.

Incredulità o realpolitik

Il Cancelliere Scholz non ha creduto alle dettagliatissime informazioni (oggi al vaglio della Procure) o è stato costretto dalla realpolitik a pensare che fosse tutta una montatura? In entrambi i casi deve delle risposte al Paese, nell’attesa che la magistratura tedesca chiarisca «chi sapeva» e chi, forse, «ha fatto finta di non sapere». Nel giugno del 2022, scrive Der Spiegel, il Bundesnachrichtendienst (BND), l’agenzia tedesca di Intelligence estera, ha ricevuto un messaggio di avvertimento dagli 007 olandesi. I Servizi militari di Amsterdam (MIVD) sono famosi per le loro capacità nella guerra informatica. Dopo avere messo al corrente anche gli americani (la Cia), gli olandesi hanno comunicato ai tedeschi «che si delineava un attacco ai gasdotti Nord Stream. Che sarebbe stato condotto da sei commandos ucraini, nascosti sotto false identità, che avrebbero noleggiato una barca, per poi tuffarsi nel fondo del Mar Baltico, con attrezzature specializzate, per fare esplodere i tubi».

Il comando ucraino

Der Spiegel prosegue chiarendo anche la catena di comando dietro gli attentati. La squadra dei sabotatori avrebbe preso ordini, direttamente, dal comandante in capo ucraino Valeri Zaluzhny. Il Presidente Zelensky, apparentemente, non era stato informato dell’operazione. O, almeno, così si desume (finora) dalle prove acquisite. Anche se sorgono delle perplessità, per non dire dei veri e propri dubbi. Infatti, come dicevamo prima, gli olandesi avevano avvisato anche la Cia, che (stranamente) non sapeva niente, pur avendo sul territorio in questione una fitta rete di presenze e informatori. «Proceduralmente» la notizia è arrivata alla Casa Bianca e Biden si sarebbe dato da fare, per dissuadere gli ucraini. Così almeno, riposta Der Spiegel, ma con un certo scetticismo, perché ricorda che proprio gli americani erano stati, in altre epoche, i più feroci oppositori del progetto Nord Stream.

Qualcosa non torna

Comunque sia andata, la rivista tedesca titola uno dei capitoli del suo rapporto in questo modo: «Washington si è avvicinata con cautela a Kiev, con un messaggio chiaro. Non fatelo, interrompete l’operazione». E per sottolineare come il piano ucraino fosse già di dominio pubblico alla Casa Bianca, almeno tre mesi prima degli attentati, vengono ricordati gli articoli apparsi sull’argomento, poi riportati da ‘Die Zeit’ e dall’emittente pubblica ‘ARD’. Ufficialmente, però, e si capisce anche perché, le autorità tedesche parlano di malavoglia di un affaire che rischia di compromettere l’immagine del governo davanti alla popolazione. Sicuramente, su ‘consiglio’ dagli alleati americani, si è cercato di mettere il silenziatore a un evento che rimette in discussione alcune amicizie ed alleanze consolidate. Ma facciamo parlare Der Spiegel, che si avventura in una terra incognita, in un vero campo minato.

Campo minato

«Ufficialmente i politici e la Procura federale sono ancora restii a trarre conclusioni. Attualmente, non è possibile confermare che questo (l’attentato, n.d.r.) è stato organizzato dall’Ucraina». Lo dice il Procuratore federale, Otte. «Le indagini sono in corso e in gran parte sono ancora sotto copertura». Ma, a microfoni spenti, la realtà si capovolge senza esitazioni. «Gli investigatori della BKA, della polizia e della Procura federale – scrive lapidario Der Spiegel – non hanno dubbi sul fatto che un commando ucraino sia responsabile dell’esplosione degli oleodotti. Un numero impressionante di indizi portano all’Ucraina, dicono. Si comincia con Valeri K. (un attentatore di Dnipro, già individuato dagli inquirenti, n.d.r.) indirizzi IP di e-mail e telefonate, dati di localizzazione e numerose altre tracce, ancora più chiare e finora tenute segrete».

E adesso?

Ora il problema per il Cancelliere Scholz e per la sua coalizione di governo è essenzialmente politico. Come fare finta che non sia successo niente, quando tutti invece cominciano a rendersi conto che qualcosa, nella narrazione della strategia di politica estera di Berlino, non quadra più. Se menti, prima o dopo ti scoprono, hai voglia di trincerarti dietro il paravento della ‘disinformacjia’. Non funziona. Ma anche se ometti o allunghi il brodo delle inchieste alle calende greche, per non farti mettere di fronte al fatto compiuto, la gente se ne accorge. «Un commando ucraino ha effettuato un attacco alle infrastrutture critiche della Germania – conclude “Der Spiegel” – così i funzionari della Cancelleria da mesi discutono di come gestire i delicati risultati dell’indagine. Anche Scholz ha parlato delle possibili conseguenze con i suoi più stretti consiglieri.

“Naturalmente non ci sono molte opzioni a loro disposizione. Un cambio di rotta nella politica estera sul fronte della guerra o l’idea di confrontarsi con Kiev chiedendogli conto, sembrano impensabili”.

Conto aperto difficile da saldare

“E il report chiude con un epitaffio: scappano tutti dalle loro responsabilità. Se chiedi a ministri, politici assortiti e segretari di partito, per non dire altro, un parere sugli attentati al Nord Stream, il risultato è scena muta. Nel continente della democrazia, dire la verità può essere scomodo e controproducente. Meglio tacere”.

 

Articolo di Piero Orteca, dalla redazione di

2 Settembre 2023