IL LUPO PERDE IL PELO…

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

In Vietnam si è celebrato ieri il Giorno dell’Indipendenza, non dall’invasione americana iniziata di soppiatto nel 1955 e durata 20 anni ma dal colonialismo francese e dall’invasione giapponese dell’Indocina.
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Secondo gli standard di oggi quella tra America e Vietnam non fu una vera guerra, la chiameremmo una “operazione militare speciale” che costò al Vietnam 4 milioni di morti e spaventose distruzioni e agli aggressori la perdita di circa 40.000 soldati spediti all’altro capo del mondo mentre in terra americana i danni si limitarono a qualche vetro rotto dalle manifestazioni pacifiste.
Le analogie con la guerra in Ucraina sono fin troppo evidenti, lo Sceriffo americano che allora voleva fermare l’espansione del comunismo cinese oggi combatte l’imperialismo russo e oggi come allora a crepare sono gli altri mentre l’industria bellica americana festeggia profitti da miliardi di dollari.
Oggi come allora i morti degli altri non sono veri morti. Che siano gli abitanti di Hiroshima, di Hanoi, di Tripoli, di Belgrado, di Baghdad o di Kiev se non hanno un passaporto americano sono soltanto un dato statistico con cui trastullarsi nelle war-room del Pentagono.
Stando a quanto riporta Reuters, per l’intelligence americana alla scorsa primavera i soldati morti o feriti russi erano 189.500-223.000, di cui 35.500-43.000 morti in combattimento e 154.000-180.000 feriti. Per l’Ucraina invece il bilancio era di 124.500-131.000 soldati, di cui 15.500-17.500 uccisi e 109.000-113.500 feriti.
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Parliamo di militari, i civili che ci spezzano il cuore nei TG neppure si prendono la briga di contarli.