UNO SCOMODISSIMO GENERALE

DI ANTONELLO TOMANELLI

ANTONELLO TOMANELLI

Quanto accaduto negli ultimi giorni è la rappresentazione plastica del livello di ipocrisia che aleggia nelle stanze del Potere. Con un contorno satirico però: Crosetto che attacca il generale Vannacci per aver pubblicato un libro contro i gay, quando in campagna elettorale, molte cose scritte in quel libro Crosetto le sosteneva e rivendicava.

Ma qui l’omosessualità, insieme alle posizioni del generale, c’entrano come il cavolo a merenda. Lo Stato Maggiore dell’Esercito, al quale peraltro Crosetto è legatissimo, aspettava soltanto il casus belli.

Il generale Roberto Vannacci è un pluridecorato. Una sfilza di medaglie al merito, croci d’oro, croci commemorative. Si fregia di una medaglia Onu per la Somalia. E anche di due medaglie Nato, per il servizio nella ex Jugoslavia e in Afghanistan. Per la Nato il generale Vannacci è un duro, forse anche un eroe.

Ma allora, davvero vorrebbero farci credere che il generale Vannacci sia stato destituito solo perché nel suo autopubblicato libro dice che la cultura LGBT non va assimilata e che gli omosessuali non vanno tutelati in maniera più intensa rispetto agli altri? Destituito poi con queste motivazioni dallo Stato Maggiore dell’Esercito, l’organo che lo aveva già messo a capo della Folgore, la brigata omofoba per eccellenza?

Non è che Vannacci è stato silurato perché durante il suo comando in Iraq, nell’operazione «Prima Parthica» contro l’Isis, biennio 2017-2018, presentò due esposti alla procura militare e a quella ordinaria di Roma? Secondo lui in Iraq veniva sparso troppo uranio impoverito, che mina la salute dei soldati, confutando il parere del ministero della Difesa, che al contrario escludeva qualsiasi rischio. Di quelle indagini non si è mai saputo nulla.

In ogni caso, hanno stabilito un record. Per la prima volta nella storia della Repubblica, lo Stato è arrivato a sanzionare un comportamento consentito persino dal Codice dell’Ordinamento Militare. Art. 1472: «I militari possono liberamente pubblicare loro scritti, tenere pubbliche conferenze e comunque manifestare pubblicamente il proprio pensiero, salvo che si tratti di argomenti a carattere riservato di interesse militare».

Il libro del generale Vannacci esprime opinioni sul movimento arcobaleno, certamente negative, senza però manifestare posizioni discriminatorie, tanto meno istigare alla violenza. Personalmente molte di queste opinioni non le ritengo condivisibili, ma vanno comunque considerate libere.

Se il ddl Zan fosse stato convertito in legge, il generale Vannacci ora sarebbe perseguibile penalmente, grazie al famigerato articolo 4: «Sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla li­bertà delle scelte, purché non idonee a de­terminare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti».