SE VUOI LA PACE NON GRIDI SLAVA UKRAINI

DI ANTONELLO TOMANELLI

ANTONELLO TOMANELLI

A quanto pare ieri nelle piazze è prevalsa l’idea di una vera Pace. A Roma hanno sfilato più di 100 mila persone, molte delle quali non hanno esitato a lanciare anatemi contro il vicino Letta, fiducioso di potersi ritagliare un diritto a parlare di Pace esigendo l’immediato ritiro delle truppe russe dall’Ucraina.
Quindi, almeno a leggere la piazza, la posizione di Letta è estremamente minoritaria. Letta è uno di quelli che o non capiscono o fanno finta di non capire. Parte dal più errato dei presupposti: per volere la Pace non è necessario essere equidistanti. Letta crede che si possa convincere Putin a trattare dandogli del delinquente tenendo un braccio sulle spalle di Zelensky.
Peggio ancora, se possibile, la posizione di quello strano figuro di nome Calenda, che va comunque ammirato per essere riuscito ad attirare un migliaio di persone attorno ad una faccia come la sua. Non male per una manifestazione nazionale che si proporrebbe di salvare l’Umanità. Calenda e chi come lui sono quelli messi peggio: loro proprio non capiscono.
Non capiscono che la Pace arriva solo se i contendenti sono convinti che sedendosi al tavolo hanno qualcosa da guadagnarci. Putin, da un lato, vorrebbe vedersi riconosciuti almeno parte dei territori finora occupati. Zelensky vorrebbe almeno non essere destituito, se non ucciso, e conservare un po’ di potere.
Ebbene, se parlando a entrambi si dice che prima di sedersi al tavolo, Putin dovrà effettuare un ritiro completo dall’Ucraina, magari restituendo anche la Crimea, e si continuano a garantire le armi a Zelensky, Putin non si siederà mai al tavolo, e Zelensky continuerà a gridare di andarsene a Putin, che però pare possa permettersi di proseguire la guerra autonomamente per almeno altri dieci anni.
Ciò che a molti sfugge è il motivo per cui Putin ha invaso l’Ucraina. Non per prepararsi a conquistare mezza Europa, come creduto dai numerosi scemi di guerra in tempo di pace con cui quotidianamente abbiamo a che fare. Dopo 25 anni di progressivo accerchiamento della Russia da parte della Nato, fino ad arrivare ai suoi confini, Putin ha detto basta. La Nato non deve entrare anche in Ucraina, altrimenti invado. Nella testa di Putin l’Ucraina deve diventare uno Stato cuscinetto, in cui non poter piazzare nemmeno un missile puntato contro Mosca.
Ma molti continuano a pensare che Putin abbia invaso l’Ucraina perché pazzo. E si sa, coi pazzi non si ragiona e non si tratta. Quindi una Pace che riconosca qualcosa a Putin è inaccettabile. E pur di sostenere questa folle e irrealistica idea di una Pace giusta, sorretta più da questioni di principio che non dal buon senso, si arriva a confezionare i più clamorosi falsi ideologici, come quello che pretenderebbe di equiparare la resistenza armata ucraina alla Resistenza.
La nostra Resistenza non fu fatta da un esercito macchiatosi per dieci anni di crimini di guerra nei confronti di una minoranza linguistica, discriminandone persino i bambini a scuola, e che reclutava nei propri ranghi persone inneggianti al nazismo. No, la resistenza ucraina con la nostra Resistenza non ha nulla, proprio nulla a che vedere.
Aprire una manifestazione per la Pace con uno striscione recante i colori della bandiera ucraina e la scritta Slava Ukraini, significa non aver compreso il significato del termine Pace. Slava Ukraini non è uno slogan di pace, ma un grido di battaglia. Gridare in un corteo Slava Ukraini è come gridare Boia chi Molla.
Quando Calenda, uno che peraltro la faccia da intelligente non ce l’ha assolutamente, spiega che se vuoi la Pace non chiedi la resa, esprime un concetto marziale. Chi fa affermazioni del genere o grida Slava Ukraini, o è in totale mala fede, o è troppo stupido per poter parlare di Pace.