CHIAMATEMI GIULIO CESARE

DI ALFREDO FACCHINI

Alfredo Facchini

 

<<Rivendico il diritto all’odio>>.

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È la parola d’ordine del libro autoprodotto da Roberto Vannacci, già capo degli “Incursori del 9° reggimento Col. Moschin” e della “Brigata Paracadutisti Folgore”, e oggi alla guida dell’Istituto geografico militari.
Vannacci, che si definisce erede di Giulio Cesare, è autore di un vero e proprio manifesto nazistoide.
<<Paola Egonu? I suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità>>.
Gli omosessuali? <<Normali non lo siete, fatevene una ragione>>.
I migranti? Stupratori per antonomasia.
Sulla legittima difesa il generale dell’ Esercito gonfia la vena: <<Se un ladro entra in casa perché non dovrei essere autorizzato a sparargli, a trafiggerlo con un qualsiasi oggetto mi passi tra le mani. Se pianto la matita che ho nel taschino nella giugulare del ceffo che mi aggredisce, ammazzandolo, perché dovrei rischiare di essere condannato?>>
E altre nefandezze. Fa notizia perché siamo noi a pagarlo in quanto “servitore dello Stato”.
C’è da dire che con la “ducetta” a palazzo Chigi questi soggetti si sentono finalmente autorizzati a sparare le loro cartucce. Ma l’aspetto più inquietante è che il volume intitolato “Il mondo al contrario” in pochi giorni si è piazzato al terzo posto della classifica di vendite dei libri su Amazon.
E ancora più allucinante è che il libro lo si può acquistare con il Bonus Cultura e con il Bonus Carta del Docente.
L’esercito invece di cacciarlo a pedate, ha preso le distanze con un comunicato: “considerazioni del tutto personali”.
Cosa ne pensa invece Guido Crosetto?
Un buffetto sulla guancia e avanti marsc’?