E’ UN INCUBO

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

In mezzo secolo abbondante di passione politica ne ho viste di tutti i colori e in tutti gli schieramenti eppure sono ancora qua a parlarne, il che dimostra la forza del mio stomaco.
Datemi il tempo necessario e come uno struzzo o una iena posso digerire qualsiasi schifezza, però di quel tempo non posso fare a meno. Per questo non credo che riuscirò ad uscire indenne da questa legislatura, crollerò perché la produzione delle schifezze sopracitate è troppo massiccia e continua anche per uno struzzo e per una iena.

E’ un incubo,

ma il peggio è che i personaggi del mio incubo dicono e fanno cose terrificanti senza neppure rendersene conto e spesso in perfetta buona fede, dal Dante fascista di Sangiuliano all’assoluzione familistica di La Russa.
Prendiamo la valanga di balle che la Santanchè ha sciorinato in Parlamento, e che fossero balle lo sapevamo già tutti anche senza il puntuale fact-checking di Report. Il dramma non sono le balle, la vera tragedia è l’unica verità uscita dalla bocca della ministra: “Non capisco perché dovrei dimettermi!”
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Non lo capisce, e purtroppo è vero.