“QUANTO E’ FATICOSO ODIARE”

DI MARINO BARTOLETTI

 

Neanche la Nazionale di calcio unisce l’Italia.

Figuriamoci se lo può fare una squadra di club. E per certi versi è – se non giusto – certamente comprensibile.
Certo, fa un po’ sorridere che intere orde di tifosi in pochi giorni siano passati – affratellandosi in questo- dall’amore per il Siviglia, a quello per il West Ham, a quello per il Manchester City (che al di là dell’ammirazione per il suo allenatore o per alcuni suoi campioni, dovrebbe essere considerato il male assoluto per il suo concetto di colonizzazione e di impunita ostentazione di ricchezza).
Ma l’Italia è così (forse un po’ più che altrove).
Personalmente ho tifato perché le nostre squadre arrivassero in finale (e ovviamente mi è dispiaciuto per l’eliminazione della Juventus, compreso il rammarico per una mancata finale tutta nostra): poi ho tifato perché si potessero conquistare il maggior numero di Coppe possibili (ne avevo sognate almeno due) e mi hanno amareggiato da morire le sconfitte di Roma e Fiorentina. Stasera ovviamente trepiderò per l’Inter: fra l’altro ultima vincitrice italiana di una Champions.
Mi rendo conto di essere un marziano (anche se non mi dispiacerebbe in questa sede avere il conforto di qualche eventuale extraterrestre che segue questa pagina e quel poco che cerca di trasmettere).
Stasera ci saranno italiani felici e italiani tristi. Potrebbero essere felici gli interisti (e con loro tutti gli osservatori sportivi e capaci di volare oltre le passioni, almeno in una circostanza importante come queste): e potrebbero essere tristi e addirittura livorosi gli “avversari” di campionato che si riterrebbero sconfitti come il City (alzando ovviamente una batteria di scuse, maledizioni e sospetti).
Al contrario potrebbero essere felici gli “anti-Inter” coalizzati dalla gioia per la vittoria di una ricchissima squadra inglese e tristi gli interisti con varie gradazioni che potrebbero andare dal “pazienza, ma almeno in finale ci siamo andati”, via via fino alla rassegnazione o alla rabbia se la sconfitta non fosse stata chiara (si può sempre dare la colpa alla Uefa, o a Ceferin, o a Boban, o a Rosetti).
Che inutile fatica ragazzi! Diceva Maurizio Costanzo: “Io non odio: è troppo faticoso”!
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PS Non mi dispiacerebbe, per una volta una buona media di pacatezza e di educazione nei commenti. Tanto questo post fra poche ore sarà superato. Grazie.
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