LA DOMENICA IL TRIONFO, IL GIOVEDI’ LA CENA POI IL VENERDI’… LA FEDE DENTRO

DI LIDANO GRASSUCCI

 

Esiste un tempo per i cristiani che “spiega”, “racconta”, “vive”

La domenica il trionfo, il giovedì la cena poi il venerdì… la Fede dentro

E’ il tempo di rinascere per nascere. E’ il tempo in cui, in un tempo piccolo, c’è la grandezza di ogni vita lunghissima: trionfo, sofferenza, tradimento, morte, riscatto e rinascita.

Di questo tempo cominciavano le mie pie a “testimoniare” di un Dio uomo osannato nel giorno delle palme che era domenica poi cancellato il venerdì, offeso lungo il percorso verso il Golgota, deriso tra ladroni che erano forse i più umani e il Padre che nel suo disegno non alleviò alcun dolore. Ma poi Dio è così buono? E i cattivi poi sono così cattivi?

Come se quella gloria, quella delle palme, fosse annuncio della via del dolore, della via della morte e quando tutto é finito si risorge in una umanità nuova. Speranza, un uovo che segna vita nuova, che é l’aquila forte di domani oggi incerto futuro debole pulcino. Una colomba in volo. Questo tempo e’ tempo che in una via segnata dalla croce rispiega ogni tempo.

Se sei in gloria domenica, soffri il tradimento il giovedì e muori il venerdì. Poi tre giorni, solo tre giorni, sei risorto

ai bordi delle strade Dio è morto,
nelle auto prese a rate Dio è morto,
nei miti dell’ estate Dio è morto

se dio muore è per tre giorni e poi risorge,
in ciò che noi crediamo Dio è risorto,
in ciò che noi vogliamo Dio è risorto,
nel mondo che faremo Dio è risorto

Francesco Guccini, Dio è morto

Già, sapete che quell’amore della fede non ha fatto presa nel mio arido dovere di capire, di spiegare ogni cosa per il suo fatto, al suo effetto.

Questa settimana per me inizia la consapevolezza delle mie radici profonde, della mia educazione rigorosa sino a diventare maniacale. Ogni smorfia di dolore nel colto si quel nazareno è studio attento di vite eguali. Per una settimana rifaccio di conto con il sedimento di queste vite antiche, vite di sempre

Sono Ponzio Pilato che non capisce neanche lontano il reato di bestemmia, perchè ama ogni Dio in nessuno amore. Sono quel romano che non capisce l’esclusiva che esclude il cattivo dal buono, sapendosi cattivo e buono in una persona sola.

Vedete che è difficile essere arrivati così lontano tra tanti libri persi

io nel vedere quest’uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l’amore.

Fabrizio De André, Il testamento di Tito

Così in questo tempo le preghiere mi escono da sole e discerno l’amore di madre nel divino inumano segno del padre e quella Maddalena che ama, cura e non chiede ritorno ma crea il dono di amare.

 

Articolo di Lidano Grassucci da

1 Aprile 2023