FDI VUOLE VIETARE LE PAROLE STRANIERE, LO AVEVA GIÀ FATTO IL DUCE

DI PIERLUIGI FERDINANDO PENNATI

P. F. PENNATI

 

“La proposta di legge a prima firma di Fabio Rampelli, deputato di FdI e vicepresidente della Camera, si colloca in un’ottica di salvaguardia nazionale e di difesa identitaria” scrive Il Sole 24 Ore, ma la cosa non fa ridere più di tanto perché l’idea non è per nulla nuova, infatti è del luglio 1923 la serie di decreti con il quale il Duce Benito Mussolini intendeva vietare l’uso di parole straniere con la stessa ragione, addirittura italianizzando quelle già in uso.
L’effetto fu devastante, furono italianizzati i nome delle strade ed i cognomi delle persone in Slovenia ed Alto Adige con risultati spesso assurdi, ma non solo, molte parole di uso corrente trovarono una nuova fonetica, tra queste brioche diventò brioscia; carrè (il taglio di carne): lombata; champagne: sciampagna; croissant: cornetto; cyclostile: ciclostilo; dancing: sala da danze; dessert: fin di pasto; embargo: divieto, fermo; extra-strong (uso cartario): extra-forte; film: pellicola; hangar: aviorimessa; krapfen: bombola; hotel: albergo; goulasc: spezzatino all’ungherese; menù: lista; stop: alt; toast (pane tostato): pantosto.
Le principali parole (inglesi) nel mondo dello sport “abolite” furono autogoal che diventò autorete; bob: guidoslitta; bookmaker: allibratore; hockey: disco su ghiaccio; dribbling: scarto, scavalco; raid (aereo): transvolata; sprint: scatto; slalom (negli sport invernali): obbligata; tour: giro; trainer: allenatore.
Come se non bastasse il fascismo si spinse a modificare nella grafia alcune parole che non potevano essere pronunciate diversamente come alcool che divenne àlcole; bidet: bidè; bleu: blu; casinò: casino; cognac: cògnac; mansarde (oggi mansarda): soffitta; marron (il colore): colore marrone; marron glacé: marrone candito; seltz: selz; wafer (il biscotto): vafer; walzer: valzer.
Infine, non pago del risultato, ritoccò persino due classicissimi termini storici dell’economia monetaria, che non erano nemmeno usati così largamente in Italia, ovvero gold standard o gold exchange standard che divennero entrambi base di cambio aurea.
Ma la follia linguistica fu così arrogante che arrivò persino ad imporre nomi che non potevano essere equivocati a nomi già italiani, come la squadra di calcio dell’Internazionale, chiamata confidenzialmente solo “Inter” come oggi, che nel 1928 fu imposta come “Ambrosiana”, mentre nel 1933 la rivista femminile “Lei” dovette cambiare il nome in “Annabella”, come oggi, perché ricordava una sorta di francesismo…
Strane coincidenze, dopo tanto inglese, immaginato come proiettato al futuro, chissà se ora torneremo indietro di un centinaio di anni…