SE 12 MESI VI SEMBRAN POCHI

DI ALFREDO FACCHINI

Alfredo Facchini

 

Dopo 12 mesi di guerra non si vede ancora uno spiraglio di luce. L’Ucraina sta sprofondando nell’abisso. Anche la Russia non si sente tanto bene. Ma negli arsenali lucida le sue 6 mila testate nucleari.

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L’Occidente? È più incartato di prima. L’Europa sanzionando Mosca si è auto-sanzionata. Mentre gli Stati Uniti si stanno chiedendo fino a dove possono spingersi.
Possibilità che Kiev vinca?
<<1 su 38 milioni>>, faccio mie le parole di Seymour Hersh, il giornalista d’inchiesta americano che nei giorni scorsi ha rivelato il sabotaggio per distruggere il gasdotto “North Stream” condotto dagli Stati Uniti in collaborazione con la Norvegia.
È innegabile, certo, che il 24 febbraio ci sia stato un aggredito e un aggressore. Così come è altrettanto innegabile che in 8 lunghi anni nessuna diplomazia si è stracciata le vesti per i 14 mila morti del Donbass.
Le colpe sono di tutti. A vario titolo. Russia, Ucraina, Stati Uniti, Europa. Non ci sono innocenti in questa sporca guerra, se non i civili.
Putin aveva pianificato da un pezzo l’attacco all’Ucraina.
Per un’azione di questa portata ci vogliono mesi, se non anni di esercitazioni e di allestimento della logistica.
I satelliti di mezzo mondo avevano registrato tutto.
I servizi segreti occidentali avevano spiato tutto quella che c’era da svelare.
C’era tutto l’occorrente per intuire che Putin non stesse bleffando. Eppure lo hanno lasciato fare.
Una guerra nel bel mezzo dell’Europa, del resto, è un conflitto di Serie A. Non come quelle “guerricciole” in altri 35 paesi che si stanno combattendo in questo momento.
Vuoi mettere l’Ucraina con la causa palestinese o con quella curda. Troppo provinciali. E il colore della pelle troppo scura.
Una guerra di prima grandezza serve come il pane agli Imperialismi: a Putin come ultimo atto prima della successione; a Biden che a casa sua naviga in acque burrascose.
Senza contare il business stellare degli armamenti. Dollari a palate.
Una guerra poi per procura, senza perdere un solo marines, per regolare vecchi conti con l’Orso russo è l’ideale, dopo l’esito catastrofico in Afghanistan.
E visto che ci siamo quale migliore occasione che una Guerra semi-mondiale per lanciare un monito alla Cina, il vero nemico del neoliberismo all’Occidentale.
Per l’America, dalla Guerra di Corea in poi, non ci possono essere “due soli” a risplendere nello stesso cielo. O l’America o l’America, con l’incerta Europa a fare da colonia militare. Ci sono più basi americane nel vecchio Continente che Mc Donald’s.
E poi c’è l’Italietta “nostra” con gli ultimi della classe, quelli della “ducetta nera”, che sbracciano per avanzare di qualche banco.
E poi c’è un partito allo sbando chiamato Pd, il più armaiolo di tutti.
Se lo stanno contendendo due personaggi che sull’Ucraina fanno impallidire Renzi e Calenda.
Leggere per credere.
Stefano Bonaccini: <<Sì all’invio di armi e al sostegno alla resistenza ucraina>>
Elly Schlein: <<Giusta la visita di Meloni a Kiev, bisogna continuare a sostenere l’Ucraina>>
Del resto, il Pd è quella cosa, che cosa non è: un partito garbato della destra liberale che si spaccia per sinistra. Meglio sciogliersi.
Ora è sotto gli occhi di tutti che, giorno dopo giorno, si stia scivolando nel baratro di una guerra di lunga durata.
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<<Gli esperti la chiamano “escalation”, i non esperti sanno che cos’è e ne hanno paura, con il pieno diritto di averla>>.